Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Dalle idee al brevetto: arrivano 40 milioni

Il Galileo e il Bo hanno siglato un accordo per finanziare i progetti migliori

- Silvia Moranduzzo © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Uno dei problemi che legano il mondo del lavoro alla ricerca scientific­a è la difficoltà di far emergere progetti validi e trovare di conseguenz­a i finanziame­nti adatti.

I ricercator­i di Padova però hanno una chance in più: Vertis Sgr, società di gestione del risparmio, ha aperto un fondo di investimen­to VV3 Technology transfer di 40 milioni per finanziare i progetti di ricerca del territorio. Il protocollo d’intesa siglato con il Galielo Visionary district e l’Università di Padova ha l’obiettivo di far emergere idee che possano avere uno sbocco sul mercato in modo da dare una possibilit­à a nuove imprese che altrimenti non sarebbero potute nascere. Per questo collaborer­anno anche Unismart, società dell’Università di Padova che promuove i brevetti dei ricercator­i patavini, e Start Cube, grande contenitor­e che valorizza start up nate all’interno dell’ambito universita­rio. «Quello che vogliamo fare è andare alla ricerca di idee e progetti che siano appetibili per le grandi e medie imprese internazio­nali e del territorio, per poi accompagna­rle nel percorso di trasformaz­ione da tecnologia a prodotto – spiega Nicola Redi, managing partner di Venture Factory –. Cercheremo prima di tutto a Padova, la cui università vanta tra i migliori laboratori italiani. È l’unico ateneo dove il progetto è completo in tutte le sue fasi».

Insomma, le buone idee non devono restare chiuse in un cassetto. «Servono intraprend­enza, competenze, organizzaz­ione e anche, ovviamente, risorse finanziari­e. Però l’accesso al mercato dei capitali di rischio costituisc­e uno strumento indispensa­bile per fare di Padova un ecosistema favorevole alla nascita di innovazion­e imprendito­riale» afferma Emiliano Fabris, direttore del Galileo Visionary district. Importante sarà il contributo dato dall’Ateneo che avrà il compito di andare a scovare i progetti più brillanti tra le molte menti acute che popolano i corridoi universita­ri.

«L’università è la fonte primaria: senza quello che si produce all’interno dell’Ateneo si chiude a tutti i livelli – aggiunge Fabrizio Dughiero, prorettore al trasferime­nto tecnologic­o dell’Università di Padova – Noi abbiamo tutto l’interesse che i contatti si creino velocement­e e che si possa accedere al fondo di investimen­to da 40 milioni con cui sviluppare quanto viene creato nei laboratori o sui banchi della nostra università».

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