Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Crac Dinon Group, dodici indagati
Ipotesi di associazione a delinquere. Sequestro da 820 mila euro
Avrebbero utilizzato i fondi della fallita «Dinon Group» di Porto Viro, storica ditta deltina del settore ittico, per i propri interessi invece che per la procedura concordataria che avrebbe dovuto evitare il fallimento. Nei guai dodici persone, sei delle quali accusate di associazione a delinquere finalizzata alla commissione di una bancarotta fraudolenta.
Le accuse sono, a vario titolo, contestate agli amministratori di diritto e di fatto pro tempore della «Dinon Group» fallita nella primavera 2016 dopo un concordato chiesto a fine 2015, ad alcuni soci, a un commercialista consulente della procedura concordataria e al collegio sindacale. Nell’ambito dell’inchiesta, il pm Sabrina Duò che sta coordinando le indagini, ha disposto il sequestro preventivo di 820.000 euro. Una somma risultata nella disponibilità di due coniugi di origine campana e depositata al Banco di Napoli Spa e in una società di gestione del risparmio, la «Eurizon Capital Sgr Spa» di Milano. La moglie del socio-amministratore unico pro tempore della «Dinon Group» avrebbe investito gli 820.000 euro in fondi e buoni al risparmio mentre la somma avrebbe dovuto apportare liquidità nella procedura concordataria.
Poi scoperte dalle Fiamme Gialle false transazioni commerciali, per 265.960 euro totali, con una società di diritto croata riconducibile a una «testa di legno» italiana.
Infine emerse fatturazioni fittizie a una società di Mogliano Veneto (Treviso) che avevano come unico scopo quello di svuotare la società.