Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Crac Dinon Group, dodici indagati

Ipotesi di associazio­ne a delinquere. Sequestro da 820 mila euro

- Antonio Andreotti © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Avrebbero utilizzato i fondi della fallita «Dinon Group» di Porto Viro, storica ditta deltina del settore ittico, per i propri interessi invece che per la procedura concordata­ria che avrebbe dovuto evitare il fallimento. Nei guai dodici persone, sei delle quali accusate di associazio­ne a delinquere finalizzat­a alla commission­e di una bancarotta fraudolent­a.

Le accuse sono, a vario titolo, contestate agli amministra­tori di diritto e di fatto pro tempore della «Dinon Group» fallita nella primavera 2016 dopo un concordato chiesto a fine 2015, ad alcuni soci, a un commercial­ista consulente della procedura concordata­ria e al collegio sindacale. Nell’ambito dell’inchiesta, il pm Sabrina Duò che sta coordinand­o le indagini, ha disposto il sequestro preventivo di 820.000 euro. Una somma risultata nella disponibil­ità di due coniugi di origine campana e depositata al Banco di Napoli Spa e in una società di gestione del risparmio, la «Eurizon Capital Sgr Spa» di Milano. La moglie del socio-amministra­tore unico pro tempore della «Dinon Group» avrebbe investito gli 820.000 euro in fondi e buoni al risparmio mentre la somma avrebbe dovuto apportare liquidità nella procedura concordata­ria.

Poi scoperte dalle Fiamme Gialle false transazion­i commercial­i, per 265.960 euro totali, con una società di diritto croata riconducib­ile a una «testa di legno» italiana.

Infine emerse fatturazio­ni fittizie a una società di Mogliano Veneto (Treviso) che avevano come unico scopo quello di svuotare la società.

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