Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Coin italiana «Piano Beraldo convincente»
Parlano gli imprenditori che investono. E già con Ovs nell’Opa in Svizzera su Vögele
«Ci ha convinti la guida di Beraldo. E il piano ambizioso di sviluppo sui negozi». Parlano gli imprenditori della cordata che ha riportato Coin in mani italiane.
«Ci ha convinti la guida VENEZIA di Stefano Beraldo. E il programma ambizioso di sviluppo sui negozi». Per Giorgio Rossi, l’imprenditore trevigiano della moda che con la sua Erremme Italia aveva inventato il marchio Norton & Wilson e portato al successo Ritz Saddler fino a fine anni Novanta, è quasi un ritorno in campo, l’operazione che ha riportato in mani (sostanzialmente) italiane la proprietà dei grandi magazzini di Coin srl, ceduta l’altra sera dal fondo britannico Bc Partners ad una cordata di 25 manager di Coin e cinque imprenditori, riuniti nella Centenary spa, per un valore di 70 milioni comprensivo dei debiti, chiudendo un’operazione studiata per otto mesi, che ha risolto una cessione cercata a lungo. E che ieri ha rilanciato in Borsa le azioni Ovs, controllata ancora da Bc Partners, pur con un esiguo 18% in vendita, cresciute dello 0,76%, a 5,32 euro, in una giornata di ribassi generalizzati.
Rossi, entrato con il veicolo Red Navy, è tra gli imprenditori che hanno rilevato il 75% di Centenary, sostenendo il progetto di acquisto dei manager Coin, guidati dai direttori finanziario, Alessandro Faccio, delle risorse umane, Ugo Turi, e commerciale, Alessandro Massa: hanno il rimanente 25%. Un 75%, nel quale compare come investitore anche Beraldo, che resta al timone nella Ovs rimasta sull’altra sponda di Bc Partners, e che ha coagulato nomi di rilievo del mondo della moda intorno al progetto.
In Centenary sono entrati Enzo De Gasperi, patròn della società di oggettistica e complementi d’arredo Edg di Santa Maria di Sala, nel Veneziano, che già lavora con Coin Casa. E ancora Jonathan Kafri, attivo negli hotel di lusso e proprietario di Sicem International, l’azienda fiorentina di abbigliamento licenziataria di marchi dello spettacolo, da Walt Disney a Warner Bros a Marvel. Imprenditori tra loro legati e collegati a Beraldo: De Gasperi e Kafri avevano investito con il veicolo Retails Investment al fianco di Ovs (44,5% e 35% le quote) in Sempione Retail, la società che aveva lanciato sulla società svizzera Charles Vögele e concluso positivamente a dicembre 2016 l’Opa che aveva portato al controllo della società con l’82%, di cui ora Beraldo è presidente e Kafri consigliere. Alla Vögele controllata da Sempione, su cui Ovs ha un’opzione di acquisto del 44,5% di Retails Investment a fine 2019, è in sostanza affidata l’espansione di Ovs e Upim in Svizzera, Austria, Ungheria e Slovenia, grazie alla conversione di 300 negozi che secondo i piani dovrebbe concludersi quest’anno.
Legato all’operazione d’oltralpe c’è anche l’altro socio di Century, la famiglia svizzera Spadone, eredi della Sandoz ed azionisti della Novartis, e oltre la farmaceutica socia storica di Vögele, alleatasi ad Ovs nel rilancio della società.
Chiude il lotto Alessandro Bastagli, l’imprenditore toscano tra i nomi più noti della pelletteria e della moda, che da ultimo aveva fatto diventare italiano il marchio Everlast e che di recente ha acquisito ad Hong Kong dagli svizzeri di Richemont il marchio del lusso cinese Shanghai Thang. «Sono un semplice investitore - si schermisce Bastagli -. Ma mi piace molto l’idea del ritorno in Italia della proprietà di Coin, unica vera catena nazionale nel retail. L’opportunità è maturata in tempi molto rapidi e ho aderito con entusiasmo a questa operazione di acquisto dei manager». Coin per altro su cui va completato il progetto di ristrutturazione e rilancio. «Oggi bisogna puntare sulle aziende che hanno qualcosa da dire - aggiunge Bastagli -. E sono gli uomini a farle: chi guida Coin ha già mostrato di sapere come gestirla».
Saranno loro i pivot della nuova Coin, che prenderà vita nel primo cda convocato la prossima settimana, in un board in cui siederanno, a fianco di un rappresentante degli Spadone, Rossi, De Gasperi, il figlio di Jonathan Kofri, Ori, e Alessandro Faccio. Nel quartier generale del Terraglio a Mestre si consoliderà la divisione fisica tra la Coin di Century e la Ovs che resta a Bc Partners, già avviata lo scorso anno con lo scorporo di Coin in vista della vendita. E che separa un gruppo che a livello consolidato aveva totalizzato, secondo la relazione finanziaria annuale 2017, 1.557 milioni di euro di ricavi nel 2016, di cui 1.361 per Ovs-Upim (1.150 e 211 rispettivamente per le due sigle) con 186 milioni di Ebitda, e 176 di ricavi netti segnalati per Coin (ma i bilanci di Coin srl segnalavano, per il 2016, 376 milioni di valore degli scontrini e 249 di vendite nette).
Coin riparte dai 35 negozi storici e dai 75 Coin casa. «Con un nuovo entusiasmo intorno ad una società che comunque va già bene, con i suoi 13 milioni di Ebitda -, dice Rossi -. Credo nella crescita di Coin, che già vede aumentare le vendite, e che ha un legame notevole col territorio». Con un piano sui negozi ambizioso, che punta a trasformare una decina di negozi in Coin Excelsior, partendo da Verona. E a farne luoghi di aggregazione nei centri storici, con palestre, barbiere e luoghi dove assistere a spettacoli. E in cui fare anche acquisti. Ribaltando la rivoluzione dell’e-commerce, che altrimenti rischia di svuotare i negozi tradizionali. Una svolta in chiave «social» che già piace a Confcommercio: «Finalmente un’idea davvero innovativa, che coniuga tradizione e innovazione in un’ottica di business e rigenerazione urbana. Sarebbe auspicabile che i sindaci ne considerassero il potenziale», commenta il presidente di Confcommercio Venezia, Massimo Zanon.
Rossi Nuovo entusiasmo sulla società e sullo sviluppo dei negozi Bastagli I manager in azienda hanno mostrato di sapere cosa fare