Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Miró a Padova I colori e le forme del Mediterran­eo

A Palazzo Zabarella un’antologica del pittore catalano con 85 opere. Dipinti, quadri, disegni, sculture e arazzi in esposizion­e fino al 22 luglio. Tutto iniziò con un collezioni­sta giapponese...

- Barbara Codogno

Una di Joan collezione Miró a di Padova opere

cambio imprime di passo un alla importante Fondazione chiude Bano. la grande Palazzo finestra Zabarella sull’Ottocento, con precedenti mostre su Corcos, Fattori, Zandomeneg­hi, solo per citare alcuni tra gli ultimi artisti esposti, visto che «la Fondazione - spiega il presidente Federico Bano – considera questa importante stagione giunta a completa maturazion­e».

L’entrata in scena del Novecento inizia in grande stile con il genio catalano Joan Miró, curato per l’occasione, davvero unica nel suo genere, da Robert Lubar Messeri, uno tra i massimi esperti dell’artista. Apre oggi al pubblico a Palazzo Zabarella la mostra «Joan Miró: materialit­à e metamorfos­i» (catalogo Marsilio Editori) che resterà aperta fino al 22 luglio. La mostra è organizzat­a da Fundaçao de Serralves, Museu de Arte Contemporâ­nea, Porto. All’inaugurazi­one di ieri era presente anche il ministro della Cultura portoghese Luís Filipe Carrilho de Castro Mendes, già ambasciato­re del Portogallo in Luanda, a Londra e a Parigi. All’attività diplomatic­a il ministro ha unito la passione per la poesia e il giornalism­o, collaboran­do con il Diário de Lisboa e successiva­mente con il supplement­o letterario «República». In esposizion­e a palazzo Zabarella 85 opere firmate Mirò, accuratame­nte selezionat­e da un collezioni­sta giapponese e che documentan­o sei decadi della produzione artistica dell’autore. Le opere del collezioni­sta giapponese furono acquisite da una banca portoghese. Con la crisi economica la banca fallì e le opere finirono in vendita. Incaricata della cessione a privati fu la nota casa d’asta Christie’s che, nel 2014, le propose nella sua sede di Londra. Prima che l’asta avesse inizio, una sollevazio­ne popolare impose però l’intervento istituzion­ale. E così la collezione, salvata dallo Stato portoghese da quello che sarebbe stato il suo inevitabil­e sfaldament­o, diede vita a una grande esposizion­e allestita al ministero a Lisbona. Eccola ora a Padova, unica mostra integrale prevista al di fuori dal Portogallo, prima della definitiva collocazio­ne di tutte le opere nel Museu de Arte Contemporâ­nea di Porto.

Si tratta di una collezione davvero singolare, ricca di dipinti, quadri, disegni, sculture, collages e arazzi. Un viaggio nella progettual­ità esplorativ­a dell’idea, che in Mirò si forma opera attraverso il materiale. Potremo ammirare Joan Miró (Barcellona 1893 - Palma di Maiorca 1983) in un duplice ruolo, come spiega il curatore, di artefice e trasgresso­re della forma del modernismo. Per Messeri «Miró fu al tempo stesso pittore e antipittor­e, sfidando il concetto stesso di specificit­à del mezzo».

Questa rassegna ha il merito di evidenziar­e il pensiero visuale di Miró, il modo in cui lavorava con i sensi, dalla vista al tatto. I materiali includono olio, colori acrilici, gessi, pastelli, grafite, tempera all’uovo, acquerello, vernice a smalto, inchiostro di china, collage, stencil e decalcoman­ie. Talvolta combinati con la tecnica del ready made, includendo oggetti comuni e materiali quotidiani, come linoleum, corda e filo. Ma anche vetro, carta vetrata, iuta, sughero, pelle di pecora. E se l’impatto visivo iniziale converge su un’apparente nitidezza del colore che genera la forma, avvicinand­oci alle opere troviamo invece strati di trame tessute e tenute insieme con l’artificio, con la sedimentaz­ione di materiali diversi, così che la metamorfos­i del materiale viene a fondersi in un unico respiro. Emerge l’anima di Mirò: sempre giovane, sognante. Ed elegante. Info: www.zabarella.it.

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Visioni Joan Miró, «Peinture» (1936), una delle opere in mostra a Padova

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