Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Licia De Marco, domani l’addio alla prima attivista di Amnesty
Aveva 98 anni vissuti tra docenza e la lotta per i diritti
«Ogni ingiustizia ci riguarda». PADOVA Basterebbero queste parole, pensiero-guida di Amnesty International, per ritrarre la passione che ha contraddistinto la vita di Licia De Marco, forse la più anziana attivista italiana dell’associazione, scomparsa quattro giorni fa alla soglia dei 98 anni. Padovana originaria di Monselice, a lungo professoressa di Fisica alla Facoltà di Medicina di Ferrara, Licia De Marco ha continuato fino all’ultimo, con la grinta e la partecipazione di sempre, a crescere intere generazioni di militanti di città e provincia, spingendoli a praticare attivamente la difesa dei diritti umani e a dare voce a chi non ce l’ha. Il suo avvicinamento ad Amnesty International era avvenuto proprio «grazie» a un’ingiustizia. Ovvero il coinvolgimento di suo marito, Guido Bianchini, nel processo del Sette Aprile (1979) intentato dal magistrato Pietro Calogero nei confronti dell’autonomia padovana, guidata dai «cattivi maestri» alla Toni Negri. Licia De Marco e Guido Bianchini (mancato nel 1998), hanno combattuto fianco a fianco, dall’esilio in Francia fino alla definitiva assoluzione. Uno slancio comune, il loro, che aveva come fulcro la casa di via Testi, alla Guizza, quartier generale dell’associazione nel Padovano, magazzino inesauribile di volantini ed iniziative nonché «ristorante» sempre aperto per chiunque. Per dare l’ultimo saluto a Licia De Marco, amici e parenti si ritroveranno domattina, alle 10,30, al Cimitero Maggiore di via Chiesanuova.
Cimitero Maggiore Alle 10.30 domani l’ultimo saluto