Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Cison, coppia uccisa per una dose di droga
L’assassino aveva lavorato dai Nicolasi. Dopo il massacro tradito da un sms alla madre per l’8 marzo
Massacrati per una dose di droga. L’assassino voleva solo rubare nella casa, per procurarsi i soldi. Dopo l’omicidio, è stato tradito da un sms. Ieri i funerali della coppia. Le lettere dei figli.
Loris e Anna Maria Nicolasi sono stati massacrati per una dose di droga. I retroscena sull’omicidio di Rolle svelano un movente che rende la loro morte ancora più tragica. L’assassino non aveva motivi personali o vendette da far pagare ai Nicolasi. Voleva solo rubare nella loro casa, per procurarsi la droga. Sarebbe l’imperativo che ha armato la mano di Sergio Papa, il 36enne di Refrontolo in carcere con l’accusa di omicidio plurimo aggravato.
«L’indagine è ancora aperta — precisa il comandante provinciale dei carabinieri, Gaetano Vitucci — mancano i risultati delle analisi scientifiche». Ma gli indizi raccolti dal Nucleo investigativo dell’Arma guidati dal maggiore Giovanni Mura e coordinati dal pm Davide Romanelli, sono pesanti. A contribuire a comporli la collaborazione di Katiuscia Nicolasi, la figlia delle vittime, e dei vicini di casa: «Ai quali va un grande ringraziamento — dice il maggiore Mura —. La figlia, nonostante l’immenso dolore, il giorno dell’omicidio è rimasta con noi fino a notte fonda, per aiutarci a trovare una pista». E quella pista porta subito a un sospettato: Sergio Papa. Da giorni i residenti lo vedevano gironzolare. Cercava un obiettivo, individuato nella villetta dei Nicolasi.
E’ lì, dentro il rustico in ristrutturazione, il 28 febbraio lo scopre Loris. Papa prova a tranquillizzarlo, gli spiega di aver lavorato come muratore da loro anni prima, ma viene cacciato. Ma 24 ore dopo, secondo la ricostruzione dei carabinieri, è ancora lì, quando a trovarselo davanti è Anna Maria, uscita all’alba per accudire le galline. Lei urla, forse lo minaccia: «Sappiamo chi sei, ti denunciamo». E lui avrebbe perso la testa, afferrando una roncola e uccidendola. Loris corre dalla moglie e trova un balordo ormai diventato assassino. Il 72enne reagisce e contro lui la violenza diventa cieca. Solo dopo il killer entra in casa e porta via quel trova, lasciando varie tracce di sangue. I Ris stabiliranno che sono anche sue. Poi torna fuori, svuota una tanica di gasolio sul corpo di Loris e prova a dargli fuoco. Per cancellare le tracce. Ma viene interrotto da un contadino che si avvicina. E’ lo stesso che dirà ai carabinieri: «Ho visto un uomo fuggire».
Da quel momento di Papa sparisce. Ricompare il 4 marzo, quando va a votare. Poi più nulla. Il suo telefono spento. Solo l’8 marzo si riaccende, per mandare un sms alla mamma: «Auguri per la festa della donna». E’ la sua condanna. I carabinieri lo individuano a Mestre e lo seguono per giorni. Sabato scatta il fermo. In tasca scontrini e biglietti ferroviari che dimostrano che è stato in Friuli e nel Veneziano. Non è lucido e non dice nulla. Parlerà solo davanti al gip, per dire: «Non sono stato io».