Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Safilo, nel 2017 perdite per 250 milioni
L’azienda padovana chiude i conti dell’anno nero. In un anno bruciati 70 milioni di cassa
Se con l’entrata in servizio del nuovo amministratore delegato, Angelo Trocchia, Sàfilo si aspetta «un nuovo inizio», per usare le parole del presiendete esecutivo, Eugenio Razelli, la data d’inizio contratto può essere beneaugurante. Sarà casuale ma il 1 aprile è Pasqua e non guasta vederci un simbolo. Specie se i numeri del 2017, approvati ieri dal cda, segnano il punto più buio mai toccato dal colosso padovano dell’occhialeria. Dati in parte già noti. Le vendite nel 2017 non sono andate oltre i 1.047 milioni, il 16,7% in meno del 2016, le perdite hanno raggiunto i 251,6 milioni peggiorando il «rosso» di 142,1 di fine del 2016. Ancora, l’Ebitda è sceso a 41,1 milioni (-53,7%) e la generazione di cassa è stata negativa per 70,1 milioni contro i 44,7 milioni positivi dello scorso anno entro cui erano però conteggiati i 30 milioni della terza rata che Kering doveva versare per pagare la rottura anticipata del contratto di licenza Gucci. C’è infine il debito, salito a fine dicembre a 131,6 milioni rispetto ai 48,4 milioni di dodici mesi prima, e la svalutazione degli avviamenti decisa nell’ultimo Cda presieduto da Luisa Delgado, il 27 febbraio, per 192 milioni. Razelli, a cui è toccato spiegare i dati ieri sera agli analisti, ha messo in fila le ragioni delle difficoltà: «Abbiamo affrontato la trasformazione della licenza Gucci in un contratto di fornitura (costata una flessione del business per 155 milioni, il 12% secco) e la difficile implementazione del nuovo sistema informatico del centro distributivo di Padova, con impatti sulla raccolta ordini». Qualcosa di buono è arrivato dai mercati emergenti, ha continuato il presidente esecutivo, e i principali marchi di proprietà hanno dimostrato performance migliori rispetto all’anno scorso. Le previsioni per il 2018, insomma, non sono dello stesso tenore: «Il gruppo si attende un progressivo recupero nei mercati maturi mentre i paesi emergenti dovrebbero continuare a crescere più marcatamente, supportando così il complessivo sviluppo del portafoglio marchi. Le vendite registrate fino ad oggi nel primo trimestre confermano questa aspettativa».