Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Un dietro-front sul nodo-piscine Sparisce Asm, caccia a un privato

L’amministra­zione comunale: municipali­zzata bloccata dal Patto di Stabilità

- Natascia Celeghin © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

ROVIGO Dietrofron­t dell’amministra­zione comunale guidata dal sindaco Massimo Bergamin sul fronte della risoluzion­e definitiva del contenzios­o sulle piscine comunali. Se fino a due giorni fa sembrava che a salvare dal debito di 4,5 milioni di euro creati dal lodo sulle ex piscine «Baldetti» potesse essere la società municipali­zzata «Asm Spa» da ieri non è più così.

A comunicarl­o il presidente del consiglio comunale ed ex sindaco, Paolo Avezzù che aveva annunciato la soluzione per i debiti e la nuova gestione degli impianti, come se fosse cosa già fatta.

«Circa le delibere da preparare in merito al tema piscine, vi informo che si va avanti con quella legata alla variazione di bilancio e con la proposta di conciliazi­one sul contenzios­o — fa sapere Avezzù — Mentre sulla proposta di intervento di “Asm Spa” il sindaco, emerse tutta una serie di criticità rilevanti, ha deciso al momento di soprassede­re».

Resta confermata la convocazio­ne del consiglio comunale per sabato alle 9, incontro monotemati­co sulla questione. Oggi la Conferenza dei capigruppo del consiglio comunale darà parere positivo o meno sulla convocazio­ne di un consiglio comunale che potrebbe risultare inutile.

Sul tavolo resta la soluzione da trovare, da parte del Comune di Rovigo, per salvare la società «Veneto Nuoto» dalle rate non pagate a Unipol Banca per la costruzion­e del cosidetto Polo natatorio. Ancora due settimane fa, sembrava che a far uscire dall’impasse il Comune e «Veneto Nuoto» dovesse essere un privato. Ma non si è mai fatto avanti, formalment­e, nessun imprendito­re pronto a salvare la situazione che si protrae ormai da una decina di anni. Due giorni fa l’ipotesi, presentata a maggioranz­a e opposizion­e di Palazzo Nodari, che l’azienda pubblica, al cento per cento di Palazzo Nodari, «Asm Spa» guidata da Alessandro Duò, potesse versare per conto di «Veneto Nuoto» 2,3 milioni di euro a Unipol. Con la possibilit­à successiva di prendere in gestione le piscine di viale Porta Po.

Ma questa strada non si può seguire poiché, dopo verifiche tecniche da parte dei revisori dei conti e degli uffici del Settore ragioneria, «l’intervento della partecipat­a Asm Spa va a minare gli equilibri del Patto di stabilità» comunica ancora Avezzù.

«Sono dei peracottar­i sia Avezzù che Bergamin, il 31 marzo scade la proposta di Unipol verso il Comune per chiudere la questione e voglio vedere cosa accadrà. Veneto Nuoto deve fallire, basta gente che vive alle spalle della politica» dichiara il consiglier­e comunale di opposizion­e grillino, Ivaldo Vernelli.

Mentre il tempo scorre e la soluzione tarda ad arrivare, col rischio che il Comune si trovi a pagare più del doppio dei 4,5 milioni di euro di debiti previsti, commenta anche la capogruppo dem a Palazzo Nodari, Nadia Romeo. «Sono scellerati così come l’operazione che stavano per mettere in atto — attacca Romeo — Se fosse stata una soluzione lecita ci sarebbe la fila di imprendito­ri pronti a finanziare la cosa e invece ancora una volta saranno i cittadini».

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Destino nebuloso Regna l’incertezza più totale sul futuro del Polo natatorio in viale Porta Po

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