Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Al setaccio la villa dell’ex presidente: il giallo del Tintoretto
Sigilli all’opera, ma non è detto sia autentica. Oggi tocca ai vini pregiati
Gli ufficiali giudiziari stanno catalogando i beni di villa Zonin, a Montebello. E nel secondo giorno di lavoro spunta il «giallo del Tintoretto». È il quadro che fa bella mostra di sé all’ingresso della tenuta settecentesca: un ritratto di donna, forse l’adorata figlia del pittore Marietta. Manca l’attestato di autenticità. Oggi si passa alla cantina.
Il secondo giorno dell’ufficiale giudiziario nella villa di Montebello Vicentino in cui l’ex presidente Bpvi, Gianni Zonin, abita con la moglie, si è aperto con il «giallo del Tintoretto». È il quadro che fa bella mostra di sé all’ingresso della tenuta settecentesca: un ritratto di donna, forse l’adorata figlia del pittore, Marietta. Nella parte inferiore della cornice, una targa in bronzo con su scritto «Jacopo Tintoretto 1515-1594». Autentico? Fosse così, varrebbe una fortuna: nel 2016 un dipinto dell’autore veneziano è stato battuto all’asta da Dorotheum a Vienna per poco meno di un milione di euro. Ma alla richiesta dell’attestato di autenticità, nessuno della famiglia Zonin è stato in grado di fornirlo con il risultato che, almeno per il momento, il quadro è stato catalogato come un falso d’autore del valore di un migliaio di euro.
Sequestrata l’opera, così come gli altri dipinti a olio e i beni al pianterreno della villa: lampadari in vetro di Murano, tappeti, candelabri e mobili di pregio (si parla anche di una cucina in pietra antica), che si vanno a sommare a quanto posto sotto sigilli già mercoledì, quando l’ufficiale giudiziario aveva esaminato il piano superiore che conteneva argenteria e oggetti preziosi, oltre a due casseforti.
Villa Zonin, che sorge all’ingresso del paese, conta decine di stanze e il lavoro di catalogazione dei beni è molto complesso. Per questo sarà necessario tornare al lavoro anche oggi. Dopo il primo piano e quello principale, nel pomeriggio all’ufficiale giudiziario toccherà il compito di sequestrare quanto contengono le cantine. E già si parla di centinaia di bottiglie, alcune molto pregiate.
«Spero che la giustizia faccia il suo corso e i soci possano avere soddisfazione, anche attraverso questi sequestri», commenta l’avvocato Renato Bertelle che - con il collega Michele Vettore - ha ottenuto il sequestro in corso, fino a un ammontare complessivo di 19 milioni di euro. Impossibile raggiungere una simile cifra con i beni contenuti nella villa, che nel frattempo rimarranno al loro posto, visto che Michele Zonin - il figlio al quale l’ex presidente Bpvi aveva trasferito la proprietà dell’immobile - è stato nominato custode di quanto sequestrato. Solo in caso di condanna, potrebbe scattare la confisca e, infine, la vendita dei beni, il cui ricavato andrebbe a risarcire gli ex soci della banca.