Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Olimpiadi, il patto dei tre governator­i

Il summit di ieri a Venezia ha riportato il sereno: candidatur­a a guida veneta ma senza strappi

- di Marco Bonet

Olimpiadi delle Dolomiti, vertice ieri a Venezia tra i presidenti delle Province autonome di Trento e Bolzano Ugo Rossi e Arno Kompatsche­r, e Luca Zaia. Candidatur­a a guida veneta senza strappi. «Trentino e Alto Adige aiuteranno Cortina».

Pranzo a Venezia, ieri, VENEZIA per i presidenti delle Province autonome di Trento e Bolzano Ugo Rossi e Arno Kompatsche­r, protagonis­ti di un vertice a tre col governator­e del Veneto Luca Zaia sulle Olimpiadi invernali del 2026, con qualche accenno pure a Valdastico e Valsugana e alla «guerra dell’acqua» che si vorrebbe evitare di ripetere quest’estate.

L’incontro, informale, sarebbe dovuto restare segreto (come dimostra il fatto che non si è svolto nella cornice istituzion­ale di Palazzo Balbi bensì in un ristorante) ma è stato infine rivelato dalla presenza in piazzale Roma delle auto blu dei due presidenti ospiti, bardate con i contrasseg­ni delle Province autonome. Bocche cucite all’uscita, dopo estenuanti limature è stato diffuso un comunicato congiunto in cui si spiega che i tre presidenti hanno «in particolar modo approfondi­to l’ipotesi relativa all’organizzaz­ione delle Olimpiadi del 2026» e ne è emersa «piena convergenz­a sulla candidatur­a, avanzata dal Veneto e sostenuta dal Trentino, per le Dolomiti Unesco, con Cortina città capofila». In attesa del via libera (dato per scontato) del consiglio comunale della Regina delle Dolomiti, convocato per giovedì, Rossi e Kompatsche­r hanno confermato «l’interesse e la possibilit­à di mettere a disposizio­ne impianti e strutture esistenti dei propri territori: anche l’utilizzabi­lità di tali risorse dovrà trovare compiuta valutazion­e nel dossier che dovrà accompagna­re la candidatur­a», dossier che secondo le regole del Cio dovrà essere messo a punto dopo la manifestaz­ione d’interesse che, salvo slittament­o dei termini, dovrà partire da Venezia entro la fine di questa settimana.

Al sostegno di Rossi, mai in discussion­e fin dall’annuncio da parte di Zaia della volontà di allestire i Giochi del 2026, si aggiunge quindi ora anche quello esplicito di Kompatsche­r, apparso invece assai più freddo nelle scorse settimane (c’era stato anche un «no» formale della giunta provincial­e altoatesin­a alla candidatur­a) ed anzi quasi seccato per «l’allungo» del Veneto sull’argomento. Adesso si assiste ad un ribaltamen­to dei ruoli: Bolzano, che pareva essere la capofila dell’iniziativa dopo che Innsbruck si era sfilata convinta da un referendum tra i suoi cittadini, si mette ora al servizio di Cortina, che nell’ipotesi originaria avrebbe dovuto soltanto ospitare alcune delle gare. Ad una condizione, però: «I Giochi olimpici - hanno convenuto i tre presidenti - dovranno essere sostenibil­i anche da un punto di vista trasportis­tico e del rispetto ambientale e pertanto dovrà essere avviato un serio approfondi­mento in tal senso per quanto riguarda l’intera area delle Dolomiti Unesco, con particolar­e riferiment­o all’anello ferroviari­o delle Dolomiti». Quello che si vorrebbe completare sia nella direttrice Nord, da Calalzo verso Cortina, sia da Est a Ovest, da Feltre a Primolano.

Soddisfatt­o Zaia: «Si è trattato di un incontro importante e strategico, perché conferma la collaboraz­ione tra il Veneto e le Province autonome di Trento e Bolzano con cui da sempre c’è un ottimo rapporto, ma soprattutt­o rende più forte la candidatur­a di Cortina e ancor più credibile l’iniziativa partita dal Veneto. Insieme abbiamo il comprensor­io sciistico più grande d’Italia ed un panorama unico, patrimonio dell’Umanità». Il clima, in Regione, è ottimista e positivo, all’insegna del «stavolta ce la possiamo fare», anche alla luce dei Mondiali di sci del 2021 già assegnati a Cortina. Dice Nicola Finco, capogruppo della Lega in consiglio regioevent­i, nale che giusto ieri ha depositato una risoluzion­e a sostegno a Palazzo Ferro Fini: «È un’occasione storica, non possiamo farcela scappare. Il Veneto, in questi anni, ha dimostrato grande capacità nell’organizzar­e e ospitare grandi forte anche della naturale propension­e che porta la nostra Regione a essere tra le mete più ambite dai turisti di tutto il mondo. Saremmo in grado di organizzar­e le Olimpiadi “a impatto zero”, ovvero senza andare a consumare ulteriore terreno o costruire nuovi impianti. La nostra Regione, infatti, già oggi può vantare numerose strutture e impianti che ben si presterebb­ero a ospitare manifestaz­ioni olimpiche, rispettand­o così i nuovi canoni imposti dal Cio in tema di costi».

Ma non di sole Olimpiadi si è parlato ieri a Venezia: stando alla nota congiunta, i tre presidenti avrebbero infatti discusso anche di «possibili collaboraz­ioni sul fronte infrastrut­turale e di trasporti» (leggasi Valdastico, Valsugana e Treno delle Dolomiti, su cui il dialogo è aperto) «dell’acqua» (col Veneto ad accusare il Trentino di trattenern­e troppa d’estate per far funzionare le sue centraline idroelettr­iche, aggravando così la siccità a valle) e più in generale «dei problemi della montagna». Che però sono moltissimi e certo non basterà un pranzo in laguna per sviscerarl­i (e risolverli) tutti.

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L’incontro Ieri a Venezia per parlare di Montagna e Olimpiadi. Da sinistra: Arno Kompatsche­r per Bolzano, Ugo Rossi per Trento e Luca Zaia presidente della Regione Veneto.

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