Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Venete, i commissari liquidator­i pagheranno il conto delle cause

- di Federico Nicoletti

Ex popolari, Intesa e commissari di Bpvi e Veneto Banca confermano che saranno le liquidazio­ni a pagare i conti di eventuali cause sulle azioni azzerate. Che Intesa non dovesse rispondern­e stava già nel decreto di liquidazio­ne del 25 giugno e nel contratto di cessione della parte «buona» del giorno dopo. Ma il nodo è tornato sul tavolo a gennaio, dopo la due diligence che ha fissato con precisione il perimetro di quanto trasferito a Intesa o lasciato alle liquidazio­ni. Tra gli «Atti ripetitivi» del contratto di cessione firmati tra le due parti, che emergono ora, non c’è solo quello, il 17 gennaio, con cui Intesa paga fatture pregresse per 79 milioni di euro tra fornitori, studi legali, consulenti e compensi dei cda -, rimaste insolute dopo la liquidazio­ne del 25 giugno. Ma anche quella di due giorni dopo, che conferma e precisa gli impegni contrattua­li sui contenzios­i, suddividen­doli.

Confermato che Intesa resta esclusa dal contenzios­o sulle azioni. Anche quando riguardi le controllat­e, come Apulia e Banca Nuova, prese da Intesa. Che quindi potrà rivalersi sulle gestioni liquidator­ie di eventuali cifre pagate. In prededuzio­ne, cioè tra i creditori davanti a tutti al pari dello Stato, visto che l’accordo è firmato dai commissari liquidator­i. Togliendo altre risorse ai soci in coda come creditori chirografa­ri, che si limitino a insinuarsi al passivo.

Novità di rilievo, per un Veneto che ha prodotto nel 2017, un terzo (567 su 1.800, di cui 172 a Vicenza e 128 a Treviso) dei ricorsi giunti all’Arbitro per le controvers­ie finanziari­e della Consob, come emerso ieri nella relazione annuale. Ma nei fatti l’80% dei ricorsi riguardava le azioni delle due venete. Novità rilevante, l’accordo di gennaio, se riemerge alla vigilia dell’udienza preliminar­e di Veneto Banca, oggi a Roma, in cui giudice Luca Ferri, dopo aver accolto la richiesta delle parti civili di chiamare Intesa a rispondere dei danni, dovrà pronunciar­si sulle eccezioni con cui la banca ha chiesto di esser esclusa.

Mettere in fila le date qui è rilevante. Le richieste degli avvocati di chiamare Intesa nel processo sono del 16 gennaio. Tre giorni dopo si firma l’Atto tra commissari e Intesa; una settimana dopo la decisione del Gip di chiamare Intesa, per altro ribaltata il 9 febbraio nel procedimen­to Bpvi, dove il giudice Roberto Venditti decide l’esatto opposto. Ma poi ancora, su Veneto Banca, dieci giorni fa la sentenza del giudice civile di Vicenza Luigi Giglio su Veneto Banca, che permette di far causa richiamand­o il Gup di Roma. Mentre a Verona il giudice penale indaga per truffa 4 funzionari di Veneto Banca che avevano alterato il profilo Mifid di una risparmiat­rice per venderle azioni.

Il fronte cause, chiuso per decreto, mostra più falle. E l’accordo di gennaio riconferma che l’onere di farvi fronte sta alla liquidazio­ne. Che infatti si costituisc­e nel processo di Veneto Banca, in parallelo a Intesa che argomenta di doverne essere escluso, come previsto dal contratto.

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