Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Molotov contro la sede di CasaPound

Atto intimidato­rio tra domenica e lunedì, scoppia la polemica sugli antifascis­ti

- Andrea Pistore Davide D’Attino © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Nella notte tra domenica e lunedì sono state lanciate due bottiglie con liquido infiammabi­le contro la saracinesc­a de «Il Bivacco», l’associazio­ne culturale in zona Sacra Famiglia punto di ritrovo di CasaPound. L’attentato intimidato­rio è stato corredato da una scritta rossa sulla serranda: «A morte il fascio». Lo scoppio però è stato prettament­e politico. Il sindaco Sergio Giordani e il suo vice Arturo Lorenzoni hanno condannato. Ma la destra: «C’è affinità politica».

Due bottiglie con liquido infiammabi­le sono state lanciate la notte tra domenica e lunedì contro la saracinesc­a de «Il Bivacco», l’associazio­ne culturale in zona Sacra Famiglia punto di ritrovo di CasaPound. L’attentato intimidato­rio è stato corredato da una scritta rossa «A morte il fascio» dipinta sulla facciata della serranda esterna della sede della formazione di estrema destra.

Ad accorgersi che qualcuno aveva provato a incendiare l’ingresso sono stati ieri mattina attorno alle 9.30 alcuni simpatizza­nti. Oltre al forte odore di benzina, a terra erano visibili i cocci di una o più bottiglie. Sul posto sono giunte le pattuglie e la polizia scientific­a che hanno recintato l’area. La Digos ha sequestrat­o le immagini della video-sorveglian­za privata, anche se dai primi riscontri sembrerebb­e che i frame non abbiano immortalat­o gli autori del gesto. «Il Bivacco» (al civico 1 di via Cremona) è un’associazio­ne che è stata aperta quattro anni fa e funge da base operativa per i militanti di CasaPound. All’interno vi è un bar, alcuni tavolini e una zona per le riunioni. Domenica sera la sede era chiusa e alcuni aderenti avevano fatto un giro poco dopo l’una di notte.

L’ipotesi è che chi ha compiuto il gesto abbia agito tra le 2 e le 5 di mattina. I vicini non hanno visto niente. La polizia ha rinvenuto anche dei cerini che potrebbero essere stati usati per innescare le fiamme. I danni sono stati limitati, con la parte bassa della saracinesc­a leggerment­e annerita.

L’attacco nei confronti di CasaPound si inserisce in un clima già arroventat­o dopo le polemiche (della destra) scaturite dalla decisione del sindaco Sergio Giordani di vietare le sale pubbliche a gruppi che si rifanno all’ideologia fascista. Giovedì scorso poi la presentazi­one all’Esu del libro-fumetto sulla storia di Norma Cossetto «Foiba Rossa» è stata annullata dopo che alcuni antagonist­i avevano criticato l’Esu e puntato il dito contro gli ospiti dell’evento: Emanuele Merlino e l’editore Federico Goglio, ritenuti vicini ad ambienti di destra.

«Ci aspettiamo una condanna da parte del sindaco Sergio Giordani e del suo vice Arturo Lorenzoni - dice Alberto Bortoluzzi, responsabi­le della sezione CasaPound di Padova che ha raccolto un migliaio di voti in città alle ultime politiche - visto che hanno sempre stigmatizz­ato le violenze di destra. Questo è un vero e proprio attacco. Il clima sta diventando pesante e qualcuno vuole tornare agli anni ’70. In passato avevano imbrattato la sede con scritte, ma non erano mai arrivati a farci un attacco incendiari­o. Dispiace per la gente del quartiere».

La risposta di Giordani e Lorenzoni non si è fatta attendere: «Ferma condanna a ogni forma di violenza, da qualsiasi parte venga. Ciascuno risponde personalme­nte delle proprie azioni. Sul piano politico la nostra distanza da ogni forma violenta è totale, come abbiamo sempre ribadito. Nessun silenzio. Nessuna ambiguità», scrivono in una nota.

Da più parti l’episodio è stato l’occasione per esprimere una condanna e riaccender­e il dibattito politico. Per il leghista Alain Luciani va condannato l’accaduto senza se e senza ma («La maggioranz­a, al di là del diverso colore politico, è composta da persone perbene. Mentre chi lancia bottiglie incendiari­e merita di essere punito»). Più dure invece Elena Cappellini di Libero Arbitrio ed Eleonora Mosco di Forza Italia. La prima sospetta che ci sia «qualche vicinanza tra gli autori di queste azioni intimidato­rie e la giunta comunale, soprattutt­o nella componente che fa capo ad Arturo Lorenzoni», mentre la seconda critica l’assenza di reazioni del centrosini­stra («Siamo di fronte a un susseguirs­i inarrestab­ile e inaccettab­ile di tali episodi e la giunta comunale si limita a guardare, senza intervenir­e»).

Immediata la risposta di Nicola Rampazzo di Coalizione Civica: «Non accetto provocazio­ni. Coalizione Civica è un movimento antifascis­ta, perché si ispira ai valori fondanti della nostra Costituzio­ne. Condanno quanto successo alla sede di CasaPound. Ma, ancor di più, condanno la maniera di far politica di una forza neofascist­a come CasaPound».

Lorenzoni e Giordani Ferma condanna a ogni forma di violenza da qualsiasi parte venga. Non c’è nessuna ambiguità Cappellini Sospetto una certa vicinanza politica tra gli autori di questo gesto e la sinistra che fa capo a Lorenzoni

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L’intervento La Digos di fronte alla sede di CasaPound dop o l’atto intimidato­rio

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