Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

«Dovevamo votare per lei ma che fatica...»

- Martina Zambon © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Era solo febbraio VENEZIA quando il capogruppo del Movimento 5 Stelle in Regione, Jacopo Berti, spiegava che Elisabetta Alberti Casellati era nella lista degli «impresenta­bili», candidata per la sesta volta di fila. Era febbraio ma sembra trascorsa un’era geologica dal voto (anche pentastell­ato) che ha elevato la pasionaria berlusconi­ana alla seconda carica dello Stato sabato scorso. Oggi Berti, noblesse oblige, cede la parola ai colleghi eletti a Roma per commentare quella, in fin dei conti, non è che una questione di realpoliti­k. E i colleghi del M5S approdati a Roma parlano con una voce sola: la volontà dei cittadini va rispettata, la spartizion­e alle due camere fra centrodest­ra e M5S è legittima. Poi, però, anche nella compatta compagine pentastell­ata sfugge un umanissimo: «Ho cercato di votarla con la massima serenità consentita pensando che, di fatto, votavo Fico». commenta il senatore del Movimento Giovanni Endrizzi . La collega Orietta Vanin coglie il benefit rosa per così dire: «La nostra richiesta era di avere una persona che non avesse condanne e una donna al Senato cambia la prospettiv­a».

Per chi sedeva sugli scranni della Camera, certo, sabato è stata una giornata perfetta. «La Casellati fa parte di un accordo fra le due forze politiche che hanno avuto più voti. - rileva, prammatico, Federico D’Incà - La nostra vittoria è stato il veto su Romani. E la base l’ha capito, in molti mi hanno chiamato per dirmi che erano contenti. Il Movimento sta maturando con la capacità di gestire situazioni molto complesse come quelle di questi giorni».

Qualcuno che mugugna sull’accordo che ha portato i 5 Stelle a votare Casellati sui social c’è, e dal suo profilo Facebook la neo eletta Sara Cunial risponde per le spicce: «Spero sarà colpa nostra anche quando ridurremo drasticame­nte i costi e privilegi della Camera più “popolosa”. Per il resto, prendeteve­la con chi ha votato il centrodest­ra». Il gioco valeva la candela anche per Francesca Businarolo: «Così abbiamo una figura altissima alla Camera come Roberto Fico e poi gli esiti del voto del 4 marzo vanno rispettati». Conferma la fatica l’altro deputato scaligero Mattia Fantinati: «Non è stato facile...no. Ma abbiamo detto che non avremmo lasciato il paese allo sbando e ce ne assumiamo la responsabi­lità. Del resto il dettato uscito dalle urne va rispettato».

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