Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Olimpiadi, Cortina all’esame del Cio
Ora il Comitato internazionale ha un anno per scremare le contendenti. Anche Messner si schiera Sfida con Milano-Torino. Zaia: «La candidatura della neve contro quella dello smog»
Olimpiadi, dal Cio primo VENEZIA ok alla candidatura di Cortina. Candidatura che per l’Italia si aggiunge a quella di Milano-Cortina. «A noi la neve agli altri lo smog» ha commentato Zaia. Anche Messner si schiera.
Sono sette le città che VENEZIA contenderanno a Cortina i Giochi invernali del 2026. Ci sono le «sorelle» Milano & Torino, e si sapeva. Si aggiungono Graz (Austria), Calgary (Canada), Sapporo (Giappone), Stoccolma (Svezia), Sion (Svizzera) e Erzurum (Turchia). Tutte hanno fatto pervenire a Losanna, sede del Comitato Olimpico Internazionale, la loro manifestazione d’interesse entro il termine del 31 marzo, come da regolamento (Stoccolma si era presa in anticipo e a ottobre aveva già spedito tutto).
Adesso inizia la corsa vera a propria: il Cio - che nella seduta di ieri non ha compiuto alcun vaglio delle candidature, limitandosi a recepire le lettere partite dalle città - avvierà con le autorità locali, i governi e i Comitati olimpici nazionali (nel caso dell’Italia, il Coni) un «dialogo» che durerà fino al 31 ottobre di quest’anno. Si tratta di una sorta di «Fase Uno» nel
La rivincita Mentre più di qualcuno già ipotizzava la nostra esclusione, Cortina ha avuto il primo via libera del Cio. Ora andiamo avanti, più motivati che mai
corso della quale saranno vagliati i dossier, verificate le capacità organizzative delle candidate, sondata la condivisione politica sul territorio ma anche (e soprattutto) da parte del governo. Il 31 ottobre il Cio, su proposta del suo executive board, ridurrà la rosa delle pretendenti designando le città ufficialmente «candidate» (per tutta la «Fase Uno», a voler essere ligi al lessico olimpico, si dovrebbe parlare solo di «manifestazioni di interesse»). Queste potranno poi accedere alla «Fase Due», che entrerà più in profondità nei dossier arrivando il 10 settembre 2019, con sette anni di anticipo sulla data dei Giochi, alla scelta finale da parte del Cio. La sessione decisiva, curiosità, è già stato stabilito che si terrà proprio a Milano.
Il prossimo step che attende Cortina, coadiuvata dalla Regione e dalla Provincia di Belluno, è dunque la costituzione del «comitato strategico» che sulla base delle regole che il Cio invierà al Comune di Cortina nei prossimi giorni dovrà redigere lo studio di fattibilità che sarà il cuore del dossier «Dolomiti 2026» e dovrà rispondere alle perplessità che aleggiano attorno all’aspirante capitale olimpica ampezzana. Qualche esempio: dove si farà il villaggio che dovrà ospitare 4.900 persone tra atleti e allenatori? Nei giorni scorsi si era ipotizzato il Villaggio Eni di Borca di Cadore (colonia di 30 mila metri quadri, albergo, campeggio a tende fisse, 280 villette monofamiliari, residence) che però è di proprietà privata e viene utilizzato come luogo di villeggiatura da decine di famiglie. E ancora: dove si allestirà la mastodontica sala stampa da 43 mila metri quadrati? Anche qui, per ora solo idee: la zona dell’aeroporto di Flames. E ancora, gli alberghi? Il Cio chiede 1.600 posti letto
ma i Giochi, fanno sapere dal Coni, attirano circa 40 mila persone, 28 mila solo del circuito giornali-e-tivù. Cortina li ha? La riposta è no, i suoi 57 alberghi ne garantiscono 4.377. Ma con l’intero Bellunese si sale a 90 mila, poi ci sono i 167 mila del Trentino, i 220 mila dell’Alto Adige. Ma qui subentrano altri interrogativi: il villaggio disterà «massimo 50 chilometri o un’ora» dai campi di gara, come chiesto dalle regole Cio? Non ci saranno più di 200 metri di dislivello tra il villaggio e le piste dedicate alle discipline di resistenza, come il fondo?
Il governatore Luca Zaia, che in questi giorni ha avuto nuovi contatti col presidente del Coni Giovanni Malagò, assicura che ogni dubbio verrà spazzato via quando sarà presentato il dossier della candidatura. Poi, con un pizzico di rivalsa, saluta così il primo via libera del Cio: «Senza polemiche, mentre più di qualcuno già ipotizzava la sua esclusione, Cortina è stata inserita tra le città che hanno formalizzato la manifestazione d’interesse a ospitare le Olimpiadi, una dimostrazione che, a dispetto di qualcuno, la candidatura è stata presentata entro i termini regolamentari e sarà presa in considerazione secondo le modalità previste dal Cio». Quindi punge gli avversari intervistato da Radio
Cortina: «La nostra è la candidatura della neve, non quella dello smog e delle metropoli. Torino e Milano non sono località sciistiche; noi, con Trento e Bolzano, vantiamo il più grande comprensorio d’Italia. Stiamo scoprendo sostenitori inaspettati da più parti, chiediamo solo di essere valutati in modo oggettivo. Siamo più motivati che mai».
«Accolgo con grande favore l’interesse dei comitati olimpici nazionali e delle città ad ospitare i Giochi Invernali - ha detto il presidente del Cio Thomas Bach -. Abbiamo voltato pagina per quanto riguarda le candidature olimpiche. Il nostro obiettivo non è solo avere un numero record di candidati, ma selezionare la città migliore per mettere in scena i migliori Giochi per i migliori atleti del mondo». Secondo tre criteri: bassi costi ed efficienza; sostenibilità: flessibilità. E con un obiettivo: «lo sviluppo a lungo termine della città, della regione e del Paese ospitante».