Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Tram, non c’è ancora il percorso «Lo decideremo con i cittadini» Mezzo elettrico senza cavi e piloni
Mancano 12 giorni alla scadenza romana. Oggi nuovo sit in dei comitati
Settimana prossima sarà pronto lo studio: lo discuteremo con i residenti Il comitato Nessuno per ora ci ha chiamati e nessuno sa quale sarà il vero tracciato
Il conto alla rovescia è agli sgoccioli. Meno dodici. Sono i giorni che mancano al 27 aprile. Cioè la data entro la quale, per non rischiare di perdere il finanziamento statale di 56 milioni di euro ottenuto tre mesi e mezzo fa, la giunta di Palazzo Moroni dovrà recapitare al ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti il cronoprogramma dei lavori per la nuova linea di tram dalla Stazione a Voltabarozzo. Un’opera che, dando retta alle previsioni, dovrebbe essere appaltata entro fine 2020 per poi entrare in funzione due anni più tardi.
Countdown a parte, però, la novità è rappresentata dal fatto che, al contrario di quanto immaginato da molti, bisognerà aspettare ancora qualche settimana per conoscere il tipo di veicolo che verrà adoperato e quale percorso verrà scelto (tra i tre possibili) per il tratto compreso tra via Giustiniani e via Piovese. Parola del vicesindaco Arturo Lorenzoni: «Entro il 27 aprile, come è stato chiesto dal ministero, consegneremo a Roma soltanto il cronoprogramma dei lavori – spiega il professore di Coalizione Civica – Dato che il contributo di 56 milioni di euro non ci verrà corrisposto in un’unica tranche, ma un po’ alla volta per sostenere prima il progetto esecutivo, poi la gara d’appalto e infine l’apertura vera e propria dei cantieri».
Ciò significa, quindi, che sapremo il modello di tram e il tragitto ufficiale della nuova linea soltanto dopo il giorno fatidico cerchiato in rosso sui calendari. «Ma non tanto dopo – precisa Lorenzoni – Entro la fine della prossima settimana, probabilmente, renderemo noto l’esito dello studio che abbiamo commissionato alla Net Engineering Spa e all’ingegner Luca Masnata. E, a quel punto, avendo ben chiari i pro e i contro delle diverse soluzioni, ci prenderemo tutto il tempo necessario per assumere la decisione migliore insieme ai cittadini».
Le dichiarazioni del vicesindaco arrivano alla vigilia di un corteo di protesta di alcuni residenti e commercianti in programma oggi dalle 11,30 tra Voltabarozzo e via Facciolati, dove sono attesi parecchi esponenti dell’opposizione.
«Nessuno ci sta coinvolgendo – anticipano i manifestanti – E nessuno sa ancora quale sarà il vero percorso e come verrà modificata la viabilità. Non vogliamo le rotaie. Meglio gli autobus elettrici». Immediata la replica di Lorenzoni: «I soldi del ministero sono destinati a un sistema a guida vincolata. Dunque non si può prescindere dalle rotaie. Però stiamo analizzando un tram elettrico in grado di percorrere gli 11 chilometri del tragitto, tra andata e ritorno, in completa autonomia. Cioè senza il bisogno di piloni e cavi aerei, a differenza di quanto avviene per quello oggi in funzione». Gli autobus elettrici? «Quello più grande e capiente sul mercato – sottolinea il vicesindaco – è lungo 18 metri e può caricare al massimo 120 passeggeri. Mentre a noi, per trasportare 2.500 persone all’ora, serve un tram elettrico a quattro carrozze, lungo 32 metri e con una capienza di 250 passeggeri».
Un veicolo, per intenderci, più lungo di 7 metri rispetto a quello odierno e, soprattutto, capace di 80 passeggeri in più. Infine un’altra particolarità: «Per un autobus – evidenzia Lorenzoni – il contributo della Regione è di 2,20 euro a chilometro. Per un tram, invece, è di 4,10».