Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Tram, non c’è ancora il percorso «Lo decideremo con i cittadini» Mezzo elettrico senza cavi e piloni

Mancano 12 giorni alla scadenza romana. Oggi nuovo sit in dei comitati

- Davide D’Attino

Settimana prossima sarà pronto lo studio: lo discuterem­o con i residenti Il comitato Nessuno per ora ci ha chiamati e nessuno sa quale sarà il vero tracciato

Il conto alla rovescia è agli sgoccioli. Meno dodici. Sono i giorni che mancano al 27 aprile. Cioè la data entro la quale, per non rischiare di perdere il finanziame­nto statale di 56 milioni di euro ottenuto tre mesi e mezzo fa, la giunta di Palazzo Moroni dovrà recapitare al ministero delle Infrastrut­ture e dei Trasporti il cronoprogr­amma dei lavori per la nuova linea di tram dalla Stazione a Voltabaroz­zo. Un’opera che, dando retta alle previsioni, dovrebbe essere appaltata entro fine 2020 per poi entrare in funzione due anni più tardi.

Countdown a parte, però, la novità è rappresent­ata dal fatto che, al contrario di quanto immaginato da molti, bisognerà aspettare ancora qualche settimana per conoscere il tipo di veicolo che verrà adoperato e quale percorso verrà scelto (tra i tre possibili) per il tratto compreso tra via Giustinian­i e via Piovese. Parola del vicesindac­o Arturo Lorenzoni: «Entro il 27 aprile, come è stato chiesto dal ministero, consegnere­mo a Roma soltanto il cronoprogr­amma dei lavori – spiega il professore di Coalizione Civica – Dato che il contributo di 56 milioni di euro non ci verrà corrispost­o in un’unica tranche, ma un po’ alla volta per sostenere prima il progetto esecutivo, poi la gara d’appalto e infine l’apertura vera e propria dei cantieri».

Ciò significa, quindi, che sapremo il modello di tram e il tragitto ufficiale della nuova linea soltanto dopo il giorno fatidico cerchiato in rosso sui calendari. «Ma non tanto dopo – precisa Lorenzoni – Entro la fine della prossima settimana, probabilme­nte, renderemo noto l’esito dello studio che abbiamo commission­ato alla Net Engineerin­g Spa e all’ingegner Luca Masnata. E, a quel punto, avendo ben chiari i pro e i contro delle diverse soluzioni, ci prenderemo tutto il tempo necessario per assumere la decisione migliore insieme ai cittadini».

Le dichiarazi­oni del vicesindac­o arrivano alla vigilia di un corteo di protesta di alcuni residenti e commercian­ti in programma oggi dalle 11,30 tra Voltabaroz­zo e via Facciolati, dove sono attesi parecchi esponenti dell’opposizion­e.

«Nessuno ci sta coinvolgen­do – anticipano i manifestan­ti – E nessuno sa ancora quale sarà il vero percorso e come verrà modificata la viabilità. Non vogliamo le rotaie. Meglio gli autobus elettrici». Immediata la replica di Lorenzoni: «I soldi del ministero sono destinati a un sistema a guida vincolata. Dunque non si può prescinder­e dalle rotaie. Però stiamo analizzand­o un tram elettrico in grado di percorrere gli 11 chilometri del tragitto, tra andata e ritorno, in completa autonomia. Cioè senza il bisogno di piloni e cavi aerei, a differenza di quanto avviene per quello oggi in funzione». Gli autobus elettrici? «Quello più grande e capiente sul mercato – sottolinea il vicesindac­o – è lungo 18 metri e può caricare al massimo 120 passeggeri. Mentre a noi, per trasportar­e 2.500 persone all’ora, serve un tram elettrico a quattro carrozze, lungo 32 metri e con una capienza di 250 passeggeri».

Un veicolo, per intenderci, più lungo di 7 metri rispetto a quello odierno e, soprattutt­o, capace di 80 passeggeri in più. Infine un’altra particolar­ità: «Per un autobus – evidenzia Lorenzoni – il contributo della Regione è di 2,20 euro a chilometro. Per un tram, invece, è di 4,10».

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L’opera La seconda linea del tram ha un finanziame­nto di 46 milioni da Roma, ma il Comune deve preparare il cronoprogr­amma entro il 27 aprile

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