Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Luginbühl, una vita «sperimentale»
Cittadella, a Palazzo Pretorio una retrospettiva dedicata ai film dell’artista padovano
«I l film è di come un atto un d’amore, figlio: prodotto di un orgasmo cinematografico». Inaugura oggi alle 18 a palazzo Pretorio a Cittadella, Padova, la mostra «Sirio Luginbühl: film sperimentali» a cura di Guido Bartorelli e Lisa Parolo, realizzata grazie al Comune di Cittadella e alla Fondazione Cariparo. Un’esposizione che rende omaggio ai lavori su pellicola del film – maker underground ( Verona 1937 – Padova 2016), dandy per snobismo, intellettuale per vocazione. Voce sempre libera, eccentrica e trasversale, mai negoziabile. Sirio Luginbühl - connesso alla cultura pop internazionale - andava incontro al futuro, sempre. Mai spocchioso, mai «cattedratico», fuggiva l’impostazione ufficiale e ufficializzata del potere pensiero. Rimbalzando da una citazione all’altra, il suo procedere critico rifiutava la staticità delle definizioni; piuttosto accendeva similitudini. Tra le sue tante attività ricordiamo la sua appartenenza al Gruppo N con Alberto Biasi e Manfredo Massironi. Da Emilio Vedova apprese le tecniche pittoriche su pellicola. Fu grande amico di Isgrò, Sarenco, Nanni Balestrini. Si dedicò alla poesia visiva, all’happening, istituì la Cooperativa di Cinema Indipendente Nazionale. Nei suoi film, lui, esponente de «l’ultima avanguardia», girava senza story board. Soltanto il grumo dell’intuizione iniziale che poi si dipanava in maniera orizzontale e rivoluzionaria: il regista sullo stesso piano del fotografo (l’amico di sempre, Antonio Concolato) o dell’operatore. «Buona la prima» urlava Luginbühl, al quale poco interessava l’appetibilità della forma. Sua moglie Flavia, compagna di vita e d’avventura, con la figlia Cecilia, sono le depositarie di un immenso archivio, frutto non solo della svariata produzione artistica di Sirio Luginbühl ma anche del suo collezionismo maniacale. Per vedere
i suoi film sperimentali, debitamente restaurati, dobbiamo andare a Cittadella, dove Palazzo Pretorio propone in loop una proiezione per sala. Sono film relativamente brevi, variano dai 13 ai 5 minuti. Sono: Vibratore, Festa Grande, La bandiera, il Sorriso della Sfinge. E i più celebri: Amarsi a Marghera del 1970, il film d’esordio con È mezzanotte, Monsieur Cinema del 1996, sua opera più esplicativa. Al centro della sua ricerca il corpo, l’erotismo, l’ambiente nella sua eccezione naturale e sociale, politica ed economica. Potremo dire che i suoi film sono delle performance, dove il cinema porta sulla scena il suo corpo politico. Importanti le proiezioni collaterali, si comincia il 28 aprile con Kiss di Andy Warhol, courtesy of MoMa. A seguire, tra gli altri, Stan Brakhage, Fluxfilm 1- 37 con Yoko Ono, George Brecht, Robert Watts; e ancora Paolo Gioli e Gerry Schum. Catalogo Cleup editore. Fino al 15 luglio. www.fondazionepretorio.it