Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Al Petrarca la vittoria e lo scettro
Ai tuttineri il «Derby d’Italia» con primato: il Rovigo parte meglio ma poi paga l’indisciplina. Ai playoff Padova con le Fiamme Oro e rossoblù con il Calvisano
L’ultima volta era accaduto vent’anni fa. Lì, da solo, in vetta alla classifica all’ultima giornata. A distanza di quattro lustri i tuttoneri del Petrarca tornano a dominare il massimo campionato battendo, nell’ultimo atto della regular season, i Bersaglieri del Femi Cz Rovigo.
Un successo nitido, una prova di forza che vale il ritorno dell’Adige Cup al Plebiscito, dove 3500 spettatori hanno regalato una cornice incredibile al Derby d’Italia numero 162. Sono stati 80 minuti di passione, agonismo e tanto nervosismo decisi dalla maggiore lucidità della formazione padovana che ha saputo sfruttare nel migliore dei modi i dieci minuti di superiorità numerica fra il 60’ e il 70’, segnando le mete che hanno deciso il match. Un successo che porta la firma di Lamaro, protagonista con due mete e una mole di lavoro incredibile per i compagni, e che manda Padova in orbita. Per il Rovigo una sconfitta pesante, non tanto per il risultato, quanto per la conseguente discesa al terzo posto in classifica, che costringerà i rodigini a giocare la semifinale playoff contro i campioni in carica del Calvisano e senza neppure il fattore campo. Padova, invece, se la vedrà con le Fiamme Oro. E pensare che il pomeriggio, illuminato e ben riscaldato dalla prima vera giornata di primavera, era iniziato alla grande per la squadra di McDonnell, che con due calci di Mantelli costringeva il Petrarca a inseguire.
L’agonismo in campo regala le prime scintille già dopo pochi minuti, con la gara che però non riusce a decollare, anche per gli errori dalla piazzola di Fadalti che costringono Padova a inseguire. E bisogna così aspettare la fine del primo tempo per la svolta: il Petrarca lavora bene dalla touche e trova con Cannone la meta che fa esplodere il Plebiscito. La ripresa si apre con un botta e risposta di Fadalti e Mantelli a spostare il punteggio (10-9), prima dell’ultima mezzora. Prima è Padova a dilapidare una ghiotta occasione, poi è Rovigo a replicare. Ma i rossoblù fanno pure peggio: Momberg si fa cacciare per una spinta e in superiorità numerica Padova prende il largo. In dieci minuti arrivano le mete di Lamaro e Rossi che chiudono i giochi con dieci minuti d’anticipo per la festa padovana e la grande amarezza polesana. «Io so che la mia squadra è forte, ora ne hanno avuto una prova anche loro — spiega il coach padovano Andrea Marcato — questo è un successo importante per il primo posto, ma anche per preparare al meglio questi playoff. C’era un po’ di tensione nel primo tempo, poi siamo usciti alla grande, anche grazie alla forza di un roster di prima qualità».
«Ho rivisto la semifinale dello scorso anno qui al Plebiscito — il commento del coach rossoblù McDonnell — ma al rovescio. Avevo sottolineato che tattica e disciplina sarebbero state la chiave del match. La partita è totalmente cambiata tra la prima frazione di gioco e la seconda, nella quale abbiamo perso la lucidità e il controllo diventando troppo indisciplinati. Ma ora pensiamo al Calvisano».