Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Asco, incubo uscita dei Comuni insieme ai privati
La tabella di marcia di Giorgio della Giustina, presidente di Asco Holding, prevede di concludere entro aprile la ricognizione fra i 90 sindaci soci sulla rotta da far assumere al gruppo. Da 10 giorni proseguono incontri singoli o a piccoli gruppi, per sondare le intenzioni di ciascuno rispetto ad un’opzione che non è più se appoggiare la scelta di una fusione (inversa) della holding nella quotata Ascopiave o con la controllata Asco Tlc, essendo quest’ultima divenuta impercorribile per il pronunciamento del Tar. Quello che il presidente vuole comprendere è se vi sia una soluzione condivisa in grado di rispondere a tre condizioni. Cioè mantenere la holding a controllo pubblico (oggi lo è al 91%), evitare la fusione Ascopiave (per i rischi di «assalti» di privati che potrebbero incunearsi tramite la doverosa apertura di un’Opa) e scongiurare la fuga anche di soci pubblici, cioè i Comuni, qualora si scegliesse di liquidare Plavisgas, il partner privato (8,6% la sua quota) promotore del ricorso al Tar. Detto in altro modo: se oltre a questo (che da solo costerebbe 45 milioni a fronte dei 15 in cassa) chiedessero lo stesso trattamento anche altri sindaci i guai per tutti si moltiplicherebbero. Non ultimo per la necessità di trovare la necessaria finanza, eventualità su cui è già attivo l’advisor Finint, e, per il debito, di azzerare i dividendi per i Comuni stessi.
Comuni che però, per uscire, verosimilmente chiederebbero azioni Ascopiave anziché cash. La liquidità dovrebbe essere per legge impiegata per estinguere i mutui. E se avanza qualcosa perché mai un sindaco, vista la tornata amministrativa del prossimo anno in molti municipi, dovrebbe lasciare un tesoretto ad un successore di chissà quale colore? «Non credo siano in molte le amministrazioni orientate in questo senso – è il punto di vista di Sonia Fregolent, la parlamentare leghista sindaco di Sernaglia della Battaglia, tra i fautori della linea pro Tlc – e non percepisco rischi di una contrazione dei dividendi», pur se in qualche modo il debito necessario per pagare i prestiti necessari dovranno essere ripagati. «Da parte mia - aggiugne la parlamentare leghista - e di molti colleghi, inoltre, c’è un riaccendersi del desiderio che la holding torni ad essere a partecipazione completamente pubblica».
La situazione, tuttavia, per il primo cittadino di Refrontolo, Loredana Collodel, «è molto fluida e si va modificando ora per ora. Io aspetto che per la fine di questa settimana i vertici di Asco Holding siano in grado di presentarci una proposta chiara e che rispetti in modo inattaccabile la riforma Madia. È chiaro che il fattore tempo sta diventando pressante e con il senno di poi è naturale riconoscere che la questione avrebbe dovuto essere considerata con parecchio anicipo». «È corretto attendere che Della Giustina concluda la sua disamina – interviene infine Stefano Soldan, fascia tricolore di Pieve di Soligo – ma dal consiglio di amministrazione aspettiamo a questo punto una proposta scritta e che non sia messa in discussione da una sentenza già pochi giorni dopo, com’è già successo».