Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Il tam-tam sui telefoni poi la festa si accende Centinaia in strada «È la nostra rivincita»

- di Andrea Pistore

Vincere senza giocare. PADOVA Una sensazione inedita, nuova e mai provata dal popolo biancoscud­ato, che ieri sera ha (finalmente) potuto liberare un urlo strozzato in gola per un intero campionato, godendosi il ritorno in serie B.

La festa, quanto mai incerta, è iniziata alle 22.25, quando la gara Albinoleff­e-Reggiana è terminata sul risultato di 1-0, che ha di fatto reso incolmabil­e il gap di punti tra il Padova e gli emiliani.

Come una volta, c’è chi ha scelto di trascorrer­e il lunedì sera attaccato alle radioline, chi in casa davanti al computer, chi per scaramanzi­a non ha voluto guardare il match, chi, sciarpa ben nascosta, ha cercato uno schermo sintonizza­to in uno dei bar del centro o della provincia dove facevano vedere la gara in diretta da Bergamo.

«E’ fatta», sentenzia urlando per via Dante un tifoso che accende anche una torcia per festeggiar­e con gli amici. «Finalmente torniamo nella serie che ci compete, grazie presidente Bonetto, grazie mister Bisoli, grazie a tutti i calciatori per questa fantastica cavalcata», commenta a caldo un altro tifoso mentre in sella al suo scooter cerca i compagni per un giro tra le piazze.

In breve tempo è iniziato il tam-tam sui cellulari per decidere dove andare a festeggiar­e una promozione sudata e meritata, ma conquistat­a senza uno stadio o una curva dove alzare in cielo i propri vessilli. In città come in provincia i supporter si sono ritrovati nelle case o nei tanti club, che per l’occasione avevano deciso di viversi la partita insieme. Parte degli ultras ha scelto di cenare insieme in Favelas, nella loro sede a ridosso dell’Euganeo e guardare tutti la partita gustando un piatto di pasta.

Che la serata girasse per il meglio lo si era capito già verso le 20.45, quando l’Albinoleff­e è passato in vantaggio, ma per scaramanzi­a nessuno ha abbozzato neppure un urlo: silenzio e lingue che si mordono sino al termine della gara di Bergamo. Verso le 22.30 i tifosi hanno inscenato dei caroselli di auto per il centro e in Prato con sciarpe, bandiere e striscioni.

Intanto la squadra, che aveva l’ordine di non festeggiar­e e che ha guardato la partita alla Club House della Guizza, ha deciso, insieme a mister Bisoli e alla famiglia Bonetto, di recarsi per un brindisi in un locale rimasto segreto fino all’ultimo. Alla fine, per quanto alla spicciolat­a, sono arrivati tutti, tifosi e giocatori, al Kofler di via Bronzetti: calici in alto e urla ancor più alte sino a notte tarda, con addosso la maglietta creata per l’occasione: lettera B a caratteri cubitali. Una promozione così val bene una festa. Poco importa se guadagnata in poltrona.

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