Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Per il vescovo messa in officina «Il lavoro è umano se è sicuro e alternato alla festa e al riposo»
«Per una volta sono venuti loro da noi. D’altra parte, se si parla di lavoro, è in un posto come questo che bisogna stare». Gli operai, ieri pomeriggio, si riconoscevano dalle loro magliette rosse, che spiccavano tra la folla arrivata alle Officine Facco di Campo San Martino, nel Padovano, per assistere alla prima veglia per il lavoro organizzata dalla diocesi di Padova non in una chiesa o in un luogo religioso, ma in una fabbrica. «Prima tappa di un viaggio da compiere nei prossimi anni in tanti altri luoghi di lavoro», ha commentato il vescovo di Padova, Claudio Cipolla, che ha presieduto alla cerimonia religiosa insieme al vescovo di Taranto, Filippo Santoro, presidente della Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro della Cei. A dare il benvenuto ai circa 500 presenti tra autorità, tra cui il prefetto di Padova, Renato Franceschelli, e il neopresidente di Fondazione Cariparo, Gilberto Muraro (per altro affiancato dal suo predecessore Antonio Finotti) i rappresentanti di tutti i sindacati e delle associazioni di categoria e a tantissimi lavoratori, il padrone di casa, Massimo Finco, presidente di Confindustria Padova e delle Officine Facco: «Ringrazio la diocesi – ha esordito - di aver scelto questo capannone per uscire dalle mura della chiesa. Anzi, questa è Chiesa oggi e noi tutti siamo orgogliosi di esserne protagonisti».
Poi la riflessione è andata su quattro definizioni di lavoro libero, creativo, partecipativo e solidale - quelli citati da Papa Francesco nella esortazione apostolica Evangelii Gaudium. E il vescovo si è soffermato su tre aspetti particolari del lavoro: l’importanza del rispetto del riposo, la condivisione degli utili e il valore dietro ogni «prodotto»: «Il lavoro è umano quando è alternato al riposo e alla festa – ha detto Cipolla rispetto alle aperture domenicali – ed è meno duro quando fatto insieme. Le associazioni sindacali hanno una grande importanza, ci aiutano a percepire che il lavoro è un fatto collettivo. Infine il lavoro umano è meno pesante quando chi lo compie non si sente sfruttato per il vantaggio di qualcuno».
Un pensiero è stato rivolto anche alle Pmi, «dimensione tipica del territorio veneto – ha detto il vescovo – che va potenziata, riconosciuta e premiata dalle regole pubbliche». Spazio, infine, alla sicurezza sul lavoro. Sul palco sono stati letti i numeri delle vittime del lavoro da inizio anno, 78 in Italia. È questo il tema più sentito tra gli operai: «Quel che il vescovo può fare – ha spiegato Michele – è proprio tenere alta l’attenzione». «Io sono ateo – ha aggiunto il collega Antonio – ma se un incontro così serve a far parlare di sicurezza e dei tanti lavoratori che muoiono, allora è importante essere qui oggi».