Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Le cento marachelle del gatto star dei social Finisce in prigione: liberato dai pompieri
La storia Migliaia di follower per «Rossini». Rovigo l’ha adottato
«Scusi c’è Rossini, un attimo e torno subito da lei». Basta un accenno di miagolio davanti alla porta del negozio e il commerciante si precipita ad aprire la porta al gatto più famoso d’Italia. Rosso, tigrato, scattante, mai sazio d’ avventure, il micio è l’idolo di Rovigo, corteggiato e coccolato da autorità, imprenditori e negozianti. Cosa abbia di così speciale Rossini, è un mistero. Sarà l’incedere regale, sarà che adora la compagnia degli essere umani, sarà lo spirito zingaro che lo porta a girovagare da mattina a notte fonda, curiosando ovunque e infilandosi tra bar, ristoranti, concerti, sedute di consiglio comunale, studi di professionisti, case private. Rossini va dove lo porta il fiuto. Quando arriva lui sono «tappeti rossi», bocconcini prelibati, ciotole d’acqua e grattini. La storia del micio rosso, adorato a Rovigo come le vacche sacre in India, è entrata ormai nella leggenda. Tanto che al gatto è dedicata una pagina facebook (quasi diecimila follower) e un profilo Instagram, con foto postate dai fan e «rubate» per documentare attimo per attimo le mille attività di Rossini. Eccolo in prima fila spaparanzato ad ascoltare il concerto jazz, oppure sul palco della rassegna letteraria «Rovigoracconta», accanto a Corrado Augias. E ancora, in vetrina nella libreria del centro, mollemente adagiato sopra i libri di Wilbur Smith. O mentre sfila, protagonista al centro della piazza, durante una manifestazione istituzionale, mentre le forze dell’ordine sono schierate. O seduto in consiglio comunale. In braccio al sindaco ... Manca foto di quando fece pipì proprio nel salone del Municipio, ma sono incidenti di percorso. Insomma, il micio presenzialista gira come una trottola. Si mormora abbia un’agenda di appuntamenti più fitta di quella del sindaco. Tanto che sui social impazza l’hastag #gattorossinisindaco. La sua fama grazie al web è andata ben oltre Rovigo. «Ciao Rossini, ti seguo da Roma, sei un amore», scrive una fan su Facebook. «Io sono di Taranto, ma vorrei venire a Rovigo solo per incontrarti», posta un altro ammiratore. Tutti lo amano. A parte i Vigili del Fuoco di Rovigo, che hanno perso il conto delle volte che si sono mobilitati con tanto di mega-scale per salvare Rossini dai luoghi impervi dove si infila e poi non riesce più a uscire: sul tetto di un palazzo, in cima alla chiesa e, da poco, pure dentro il carcere vecchio. Come abbia fatto ad entrare in carcere i pompieri se lo stanno ancora domandando. Ma rischiava di non uscire più, se non arrivavano (per l’ennesima volta) a recuperarlo. «Correte Rossini è bloccato». «Presto, Rossini è in pericolo». Le chiamate dei cittadini ai Vigili del Fuoco sono settimanali. E via, i pompieri si precipitano dal micio-icona.
Che poi Rossini non si chiama Rossini. Ma «Garfield». E una famiglia ce l’ha. Adottato da Valentina, che abita in centro a Rovigo. Garfield è stato salvato da piccolo in Bosnia, trovato tra le macerie di una casa da una volontaria animalista e portato in Italia a Rovigo, dove Valentina l’ha accolto e accudito. Però Rossini ama i grandi spazi, la casa gli va stretta. E di stare fermo in un solo posto non se ne parla. La strada è il suo mondo. Poi a casa ci torna, ma una volta ogni tanto. Riempie Valentina di fusa e riparte. Verso nuove avventure. «Questo gatto incarna lo spirito di Gianantonio “Toni” Cibotto, non ho dubbi - dice lo scrittore e regista Giancarlo Marinelli - . Toni era proprio così, in giro dalla mattina alla sera, ne combinava una al giorno: si chiudeva fuori casa, perdeva le chiavi, non trovava la macchina. Mobilitava di continuo vigili del fuoco e carabinieri. Nel micio c’è proprio lui».