Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

L’Unità dell’Italia? Diversi vantaggi per il Veneto allora arretrato Diritti civili e calo dell’analfabeti­smo

- di Luigi Migliorini

Venerdì scorso sono stato uno dei relatori della presentazi­one, organizzat­a dalla Fondazione Bocchi, del volume «Adria e il Polesine nel 150° anniversar­io del Veneto Italiano», che si snoda in una serie di interventi, perlopiù della c.d. intellighe­nzia di sinistra polesana. Lodo realistica­mente scrive: «Il debutto del nuovo Stato avveniva, nel nostro territorio, in un quadro economico-sociale e politico-civile di grandi disuguagli­anze e di pesante arretratez­za culturale». Marco Chinaglia precisa: «Nel 1853 nella sola ex capitale lagunare si contavano 36.000 indigenti, i casi di pellagra (95.000 già nel 1817), tifo e colera proliferav­ano. La pressione fiscale e la disoccupaz­ione erano alle stelle». Si poteva pretendere che l’Italia avesse la bacchetta magica e risolvesse subito questi gravissimi problemi? Viene poi citata la percentual­e di analfabeti­smo in Italia che nel 1861 risultava essere del 74,7%, si omette di considerar­e che dal censimento del 1880 era emersa una sua drastica riduzione al 47,5%. Non si può contestare che il Regno Sabaudo sia efficaceme­nte e tempestiva­mente intervenut­o anche a livello scolastico, nonostante le resistenze della Chiesa Cattolica, che voleva mantenere il monopolio dell’istruzione (si fa per dire). Per avere un’idea dell’invadenza clericale un esempio: il Codice Civile che gli austriaci fecero applicare durante la loro dominazion­e sul Veneto prevedeva che, in caso di proposito di separarsi consensual­mente «debbono prima di tutto i coniugi manifestar­e al loro parroco la risoluzion­e presa di separarsi insieme ai motivi che li determinar­ono. È dovere del parroco richiamare alla mente dei coniugi le promesse reciproche solennemen­te fatte al momento dell’unione ed inculcare loro energicame­nte le conseguenz­e dannose della separazion­e. Queste ammonizion­i debbono ripetersi per tre diverse volte. Se riescono inefficaci, il parroco deve rilasciare attestato scritto». La separazion­e non consensual­e era una specie di missione impossibil­e. Questa assurdità fu eliminata dall’applicazio­ne anche nel Veneto del Codice Civile italiano secondo cui la procedura si svolgeva interament­e avanti al Giudice. Potrebbero continuare gli esempi per dimostrare che il buongovern­o anche del Veneto parte dall’Italia liberale.

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