Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Del Vecchio, lo strappo: il colosso Luxottica lascia le Confindustrie venete
Francavilla: «Ci sentiamo isolati». Colpo pesante per la territoriale dolomitica: no comment
Luxottica fa da sé. Rimanere VENEZIA fra le aziende iscritte alle associazioni territoriali di Confindustria non ha più significato e dunque il colosso dell’occhialeria di Agordo non verserà più le sue quote alle territoriali di Belluno, Treviso, Trento e Torino, dove hanno sede gli stabilimenti italiani.
I presidenti delle quattro sedi hanno ricevuto contemporaneamente, pochi giorni fa, la comunicazione della disdetta, una lettera che contiene due righe che pare non aggiungano altre spiegazioni. La cancellazione dalle liste degli iscritti, perciò, sarà effettiva dalla prossima scadenza, diversa da provincia a provincia, ma tutte sostanzialmente abbastanza ravvicinate. Luxottica, si è appreso, rimarrà in ogni caso iscritta all’Anfao, l’Associazione nazionale fabbricanti articoli ottici, il raggruppamento delle aziende del settore aderente a Confindustria, un segnale che dovrebbe acquietare le possibili considerazioni su un rapporto più volte indicato come deteriorato fra il colosso dell’occhialeria, primo player mondiale del settore, e Viale dell’Astronomia. Nessuna intenzione polemica in senso generale, dunque. Anche se il vice presidente storico, Luigi Francavilla, nel commentare la scelta non cerca i termini più morbidi: «Quella di ritirare l’iscrizione è stata una decisione della sede centrale di Milano – dice – che io sicuramente condivido. Dalle associazioni confindustriali ci siamo sentiti abbandonati. Ci siamo sentiti isolati e dunque continueremo ad esserlo».
Può aver influito, sul piano generale, anche la posizione assunta dal Sole 24 Ore, quotidiano direttamente riferibile a Confindustria, nell’analizzare la strategia di Luxottica di procedere alla grande fusione con i francesi di Essilor, lo scorso anno? Per la testata economica l’operazione rappresenterebbe in prima battuta un ennesimo episodio di passaggio a mani estere di gioielli di famiglia nazionali. Una specie di resa alla globalizzazione, insomma, che però contrasta profondamente con le intenzioni invece sempre sostenute da Agordo. Vale a dire quelle di creare una macchina di straordinaria potenza sui mercati mondiali attraverso la combinazione delle migliori lenti con le migliori montature del pianeta. «Tutto fa brodo», per riportare il senso dell’interpretazione del numero due di Leonardo Del Vecchio. Come dire che il giudizio del «Sole» è solo un dettaglio ma che non è insignificante ai fini della qualità dei rapporti.
A non voler commentare affatto la scelta di Luxottica, invece, è il presidente di territoriale che più di altri dovrà cercare di leccarsi le ferite. Ossia Luca Barbini, leader di Confindustria Belluno Dolomiti nelle cui casse entra la contribuzione di maggior peso, data la proporzionalità fra quote versate e numero di dipendenti, dei diritti associativi. Senza dubbio lo stabilimento di Agordo e la sede di Sedico, con i suoi 4 mila dipendenti sui quasi novemila in Italia, rappresentano la sede di industria più grande di tutta la provincia e la mancanza di quei contributi sarà pesante. «Non voglio dire nulla – si limita a rispondere Barbini – e quanto pesi Luxottica sul totale delle nostre quote è un fatto riservato». Al di là dei soldi, a mancare alla associazione bellunese sarà anche quella componente d’immagine che deriva dal fatto di avere o meno, fra gli iscritti, il secondo datore di lavoro italiano in assoluto (83 mila dipen-
denti nel mondo), alle spalle soltanto delle Poste. L’abbandono dei livelli locali di Confindustria da parte di Luxottica per il segretario generale di Femca Cisl, Nicola Brancher, «non è affatto circostanza banale. È evidente che il tema ha un rilievo anche se è prematuro immaginare quali potrebbero essere le implicazioni».
Non è del resto facile comprendere quali vantaggi questa società, che dopo l’integrazione con Essilor conterà qualcosa come 140 mila dipendenti, potrebbe trovare nell’usare servizi di sigle associative che, a parte alcune iniziative avviate da qualche anno in sinergia, non operano oltre il perimetro delle singole province. Per continuare con l’analisi su base veneta l’altra territoriale coinvolta è Unindustria Treviso a causa della presenza, a Pederobba, di uno stabilimento Luxottica per se più piccolo. L’impatto sui conti di Treviso, dunque, viene messo in preventivo dall’associazione come un evento «di scarso rilievo».
” Il vicepresidente La decisione è stata presa dalla sede centrale di Milano Io la condivido