Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
In Veneto Pronto Soccorso riservati agli anziani
Spazi dedicati attigui ai poli di emergenza previsti dal Piano sociosanitario. I medici: «Esigenza reale»
Arrivano i Pronto Soccorso per anziani, persone con ridotte abilità, pazienti destinati a Oculistica, Psichiatria e Pediatria. Lo prevede il nuovo Piano sociosanitario, al vaglio del Consiglio regionale il 9 luglio.
In attesa di una possibile riorganizzazione nazionale (è in corso la sperimentazione nel Lazio) che dovrebbe sostituire i quattro codici colore (rosso, giallo, verde e bianco) con cinque codici numero (1,2,3,4 e 5, con una doppia classificazione per i pazienti «rossi»), il Veneto pianifica l’introduzione di Pronto Soccorso riservati ad anziani, malati psichiatrici o con problemi oculistici e utenti con limitate o ridotte abilità. E, dove non ci sono, Pronto Soccorso di Pediatria e Ostetricia. Novità contemplata dal Piano sociosanitario 2019/2023 con il duplice obiettivo di diminuire le attese (oggi fino a 240 minuti) nei 46 poli di emergenza, che contano complessivamente due milioni di accessi l’anno, e di limitare al minimo gli adempimenti amministrativi.
Attenzione, non si tratta semplicemente di percorsi dedicati, i Fast track già operativi, ma di spazi attigui e non interni ai Pronto soccorso, che una parte dei 68 ospedali veneti dovranno ricavare, anche costruendoli ex novo. E assumendo altro personale. «Un’efficiente organizzazione dei Pronto Soccorso è di primaria importanza — recita il Piano sociosanitario — e va tenuta in considerazione anche in fase di eventuale ristrutturazione edilizia. L’immediata e appropriata individuazione dei codici di priorità è il presupposto indispensabile a inserire il paziente nel corretto percorso di diagnosi e cura». E a tale scopo è previsto l’esatto «conteggio telematico» dei letti nei reparti. «Vanno potenziati gli strumenti informativi volti a individuare in tempo reale la disponibilità di posti letto nelle unità di degenza — si legge ancora nel testo ora al vaglio della commissione regionale Sanità —. Devono essere ulteriormente sviluppati gli accessi diretti e i percorsi veloci, in particolare nell’ambito di Pediatria, Ostetricia, Psichiatria. Una maggiore attenzione va posta anche nell’organizzazione dei percorsi rivolti alle persone anziane e a quelle con limitate o ridotte abilità».
Il bisogno di spazi per gli anziani nasce dal fatto che il 72% degli utenti dei Pronto Soccorso sono pazienti cronici con frequenti episodi di riacutizzazione. «A fronte dei cambiamenti demografici in atto che vedono negli ultimi anni un ricorso sempre maggiore alle strutture ospedaliere da parte di anziani con più patologie croniche e con frequenti processi di riacutizzazione — riporta il Piano — si è rilevata la necessità di focalizzare l’attenzione sulla gestione anche dei pazienti cronici». Esigenza particolarmente sentita in determinati periodi dell’anno, come il clou dell’estate e i mesi tipici dell’influenza (novembre-febbraio), che vedono un boom di accessi da parte di anziani, responsabili del sovraffollamento pure nelle Medicine e nelle Geriatrie.
Ma che ne pensano i medici? «Il progetto di locali dedicati ad anziani, pazienti di Psichiatria, Oculistica e Otorinosogna laringoiatria è molto interessante e affronta problemi reali — conviene il dottor Maurizio Chiesa, past president della Simeu (Società italiana di medicina di emergenza e urgenza) — la Regione ci ha coinvolti e ne stiamo discutendo. Ma bi- fare i conti con la carenza di specialisti, per esempio non tutti i 46 Pronto Soccorso hanno l’oculista, perchè l’età media degli ospedalieri è alta (55 anni, ndr) e gli specializzandi sono inferiori ai pensionati. Quanto agli anziani, vanno valutati bene e nella loro complessità prima di affidarli al geriatria: bisogna escludere patologie gravi in atto, per esempio cardiovascolari, neurologiche, infettive, metaboliche. Molti di loro, inoltre, arrivano con problemi clinici ai quali ne subentrano altri socio-assistenziali, perchè alle dimissioni non sono in grado di restare a casa da soli. Il tema è complesso».
Tramontato il progetto degli ambulatori h24, resta infine il nodo dei codici bianchi, cioè dei pazienti senza urgenza, che restano oltre la metà del totale. Il piano — il 9 luglio all’esame del Consiglio regionale — prevede percorsi differenziati. Una prima sperimentazione, con un ambulatorio riservato e gestito per un anno dalle Guardie mediche, è appena partita al Pronto Soccorso di Belluno e nel punto di primo intervento di Cortina.