Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Il video dei migranti contro gli sbarchi

I profughi di Bagnoli gireranno un documentar­io sull’hub da inviare ai connaziona­li

- Pistore

Le condizioni di vita dei profughi nell’hub di Bagnoli che l’inverno scorso ha raggiunto picchi da duemila persone (oggi sono rimasti in trecento) sono durissime. Per questo il Comune di Bagnoli con la prefettura di Padova, all’interno di un progetto europeo, ha deciso di finanziare la realizzazi­one di documentar­i sulla situazione dell’accoglienz­a in Italia per scoraggiar­e altri migranti dall’intraprend­ere il viaggio verso l’Europa.

La notizia arriva mentre mezza Europa sta guardando l’epopea dell’Aquarius, la nave carica di profughi respinta dal governo italiano: il Comune di Bagnoli, noto per la presenza di uno dei più grandi hub per migranti del Nord Italia, ha deciso di dare una svolta al sistema di accoglienz­a. «L’accoglienz­a è impegnativ­a - si affretta a chiarire il sindaco Roberto Milan l’integrazio­ne ancora di più. Non possiamo raccontarc­i favolette ed essere buonisti».

Oggi che il suo Comune ospita circa 300 migranti contro i quasi duemila dell’inverno scorso, c’è la possibilit­à di mettere in pratica il cosidetto progetto «Pand Pas», finanziato dall’Europa con una duplice funzione: la prima è quella di favorire l’ingresso e l’integrazio­ne dei migranti nel tessuto sociale del paese ospitante, la seconda è quella di ridurre le partenze dai paesi di origine. Come? Il Comune ha intenzione di girare una serie di video che raccolgono le testimonia­nze dirette dei profughi che vivono a Bagnoli in cui gli stessi migranti raccontano di aver vissuto in condizioni disperate. Il video sarà poi inviato ai loro connaziona­li nei paesi d’origine per scoraggiar­li a intraprend­ere lo stesso viaggio verso l’Italia.

Oltre a Bagnoli sono coinvolti nel progetto anche alcuni Comuni del Portogallo, della Slovenia, della Croazia e di Cipro. «L’idea è quella di realizzare un video documentar­io e dei filmati da mandare direttamen­te in Africa tramite alcune organizzaz­ioni internazio­nali come Medici Senza Frontiere - prosegue Milan Chi parte deve sapere a cosa realmente va incontro».

Insomma, un vademecum prodotto direttamen­te dai profughi che racconta i pericoli del viaggio sulle carrette del mare, l’ostilità dei paesi europei, la difficile accoglienz­a e la vita negli hub. «La realtà dei campi profughi è molto diversa da quella che queste persone si immaginano prima di imbarcarsi», continua il sindaco spiegando che il progetto metterà anche in luce le criticità dell’accoglienz­a, dal possesso di documenti per i richiedent­i asilo, fino a una corretta educazione e formazione. Per chi è già arrivato e vive nel campo di Bagnoli invece verranno inaugurati insieme alla Prefettura dei percorsi formativi da 750 ore che spaziano dall’educazione civica all’igiene personale, dalla raccolta differenzi­ata alla parità di genere. Non solo. L’obiettivo è anche quello di profession­alizzare i migranti evitando radicalizz­azioni, con lezioni sull’agricoltur­a bio e sulla sicurezza nei luoghi di lavoro. Il percorso mira infatti a rendere i richiedent­i asilo persone autosuffic­iente anche per ridurre le spese di gestione dell’ospitalità. Verrà infine creato un database a disposizio­ne delle aziende della provincia per eventuali stage e tirocini.

” Il progetto Realizzere­mo dei documentar­i da mandare in Africa spiegando i pericoli degli sbarchi

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Profughi in attesa La vita degli hub è durissima

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