Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
L’industriale Miotto disperso da tre giorni dopo il malore in mare
Propositivo, esperto, amante dell’avventura ma attento a non mettersi in pericolo. Luciano Miotto appariva così agli occhi di chi lo conosceva bene. Nella la sua intensa vita di imprenditore c’era posto per i momenti di relax insieme alla famiglia e per quella che era una delle sue passioni più grandi: le immersioni. La stessa passione che lo ha tradito. Da sabato pomeriggio vigili del fuoco, guardia di finanza, guardia costiera e da ieri perfino un robottino, che scandaglia il fondale marino, lo stanno cercando al largo di Cortellazzo, senza risultato. Miotto, 59 anni di San Donà, si è sentito male durante un’immersione e risulta disperso.
«Veniva spesso in mare con noi – spiegano dall’aquanauta Dive Center di Jesolo -. Lo abbiamo sempre portato a fare immersioni nei dintorni. Luciano era un bravo subacqueo e si voleva bene. Era accorto». Miotto andava spesso in piscina a nuotare per tenersi in forma. «L’altro giorno noi abbiamo preferito non immergerci perché il mare era un po’ mosso ma Luciano e altri amici si sono avventurati lo stesso». I sub dell’aquanauta hanno contribuito alle ricerche dell’imprenditore, già vicepresidente di Confindustria Veneto e di Unindustria Treviso e titolare, insieme al fratello Carlo, della Imesa di Cessalto (Treviso), azienda-gioiello che produce lavatrici industriali e ha clienti in tutto il mondo. Proprio la sua azienda era stata la prima, in Veneto, ad assumere cinque persone nel gennaio del 2015 con l’entrata in vigore del Jobs Act.
Sabato scorso, Miotto era risalito dall’immersione dicendo che non si sentiva bene. Ha lasciato una pinna sulla barca e poi ha mollato la presa, probabilmente dopo avere accusato un malore (non è esclusa una congestione). Gli amici lo hanno visto sparire alla deiva nell’acqua e hanno chiamato i soccorsi. Fino a ieri sera, però, nessuna traccia dell’imprenditore. «È un’attesa angosciante e drammatica per tutti coloro che gli vogliono bene – dice la presidente di Unindustria Treviso Maria Cristina Piovesana -. Ho ricevuto molte telefonate di colleghi imprenditori che hanno avuto l’opportunità e la fortuna di conoscerlo e di lavorare con lui, è stato un grande amico dell’associazione, impegnato, presente. Nell’approccio alle cose, come ogni buon ingegnere, è sempre stato molto razionale e riflessivo. E quando ce n’era bisogno, era sempre allegro e propositivo. “Dobbiamo fare di più” diceva, e porto nel cuore questo messaggio».
In Adriatico
«Era un bravo sub e si voleva bene». Si è sentito male mentre risaliva in barca