Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Rinascita dell’ex Maddalena C’è l’ok del consiglio comunale
Via alla delibera, critiche dalla minoranza che però si spacca
La maggiorana approva, la minoranza respinge con Francesco Gennaro, capogruppo grillino, che vota a favore assieme a Lega, Forza Italia ed i gruppi indipendenti a sostegno del sindaco.
Via libera dal consiglio comunale di ieri sera alla delibera che dovrebbe sbloccare il progetto di riqualificazione dell’ex ospedale Maddalena e di una parte del quartiere Commenda. Un intervento finanziato da un bando statale dal valore di 13 milioni e mezzo di euro, che nei mesi scorsi sembrava a rischio a causa dello scontro tra il Comune e Cefil, uno dei privati proprietari dell’immobile che ospitava il nosocomio e il parco vicino. Uno stallo superato qualche giorno fa, quando a sorpresa è emerso un accordo.
Il Comune sborserà 2 milioni e 600 mila euro per acquistare i beni, che saranno consegnati senza l’ipoteca che oggi vi grava. Inoltre le imprese non comparteciperanno alla riqualificazione. Cambiamenti che hanno portato ad una riduzione dei lavori, che passeranno da 18 a 13 milioni di euro totali sacrificando diversi interventi. Tra questi quelli previsti per gli ultimi due piani dello stabile del Maddalena, che saranno solo ristrutturati, e quelli per Casa Serena, che non verrà toccata.
Ma sono diversi i dubbi sollevati dall’opposizione. «Dobbiamo votare un affare per chi? - ha attaccato la consigliera Silvia Menon - Il comune pagherà oltre 2 milioni quando non doveva metterci un centesimo e le imprese non parteciperanno alla riqualificazione. Ma ancor più grave è che comperiamo uno stabile, ma non sappiamo se poi dallo Stato arriveranno i soldi per l’intervento».
Il problema sarebbe nel testo del bando statale a cui è legato il finanziamento, che impone la compartecipazione di privati come requisito obbligatorio. «Ci siamo confrontati con Roma sulla questione - ha spiegato l’architetto Ruggero Tezzon, responsabile del procedimento - Ci hanno detto che davanti ad un piano ben articolato non ci saranno problemi. Però non abbiamo un parere scritto».
Più tagliente Ivaldo Vernelli del Movimento 5 Stelle. «Questo è un regalo alla banca che ha l’ipoteca su quegli immobili e che rivuole i soldi. C’è una collusione con l’istituto di credito - ha detto -. Senza il rifacimento dei due piani mancanti non potrà essere rilasciata la certificazione incendi. Resterà uno stabile vuoto. Siamo davanti ad un accordo pasticciato che spero non ricada in futuro sulla città». Affermazioni a cui ha risposto con fermezza il sindaco Massimo Bergamin: «Quando si fanno certe affermazioni devono essere dimostrate. Oggi con questa approvazione stiamo scrivendo una pagina della storia di Rovigo».