Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
«No al razzismo», «no slot machine» I messaggi del barista sullo scontrino
Una foto ricordo di esattamente tre anni fa postata su una pagina Facebook, e gli scontrini antirazzismo del bar di Adria «Spiffero» gestito dal 55enne Francesco Begheldo tornano prepotentemente di attualità spopolando sui social.
«Invece dei soliti arrivederci o grazie avevo pensato di usare gli scontrini come veicoli di messaggi sociali». Così il gestore del bar di Adria racconta l’idea, portata avanti fino al 2016, di porre sulla carta termica fiscale del registratore di cassa la scritta «No al razzismo, sì Adria integrata».
L’idea degli scontrini anti razzismo che in questi giorni sta rimbalzando sui social al gestore è venuta dall’eco che i media, a livello nazionale, davano ai casi di intolleranza. «Qui ad Adria - osserva Begheldo - non ci sono stati episodi particolari. Ma sono stato colpito da quello che leggevo sui giornali o sentivo in tv». Begheldo sostiene di non essere legato a partiti o movimenti «ma sono attento - dice - ai problemi sociali. E sfrutto il bar per metterli al centro dell’attenzione dei clienti».
Gli scontrini antirazzismo sono proseguiti fino all’anno dopo, quando sulla carta termica del bar Spiffero ha fatto seguito un messaggio contro i giochi: «Vivi responsabilmente, no alle slot machine» che si trova ancora sugli scontrini battuti allo Spiffero. Sette anni fa, quando Begheldo rilevò il locale, all’interno di slot machine ce n’erano due «e pensavo, al primo momento – ammette il 55enne – che potevano dare un apporto economico, ma due anni dopo ho deciso di toglierle». Un’iniziativa, quella di rinunciare alle «macchinette», che nel settembre 2016 lo ha portato anche sugli schermi del Tg Uno . Davanti alle telecamere Begheldo racconta con aria sconsolata di un signore che nel bar «sperperò più di mille euro al giorno e poi andò ad incatenarsi davanti al Comune di Adria chiedendo una casa».
Al posto delle slot ora sono appesi i disegni di bambini dai 3 ai 7 anni, figli dei clienti, a cui Begheldo dà fogli bianchi e pennarelli per disegnare. «Un modo anche per tenerli buoni», confessa sorridendo.