Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Avezzù s’allontana da Bergamin «Salvini non è il mio ministro»
Comune, nuovo distinguo del presidente del Consiglio dal primo cittadino
«Massimo Bergamin è libero di dire quello che vuole, ma lo deve fare come rappresentante della Lega e non come sindaco di una maggioranza composta da diverse sensibilità». Con queste parole Paolo Avezzù, presidente del consiglio comunale, prende le distanze dalle ultime dichiarazioni del primo cittadino.
L’altro ieri Bergamin, appena rientrato dalle ferie, si era espresso su diverse tematiche sia nazionali che locali. Affermazioni che però Avezzù commenta e smussa prendendo le distanze. «Non voglio entrare in polemica con nessuno — specifica — Esprimo solo un disagio che anche altri esponenti della maggioranza condividono».
La prima divisione è sulla questione immigrazione. Se Bergamin, da sempre vicino al ministro dell’interno Matteo Salvini, si è detto pronto a farsi arrestare assieme al leader leghista qualora procedessero le indagini a suo carico per i migranti trattenuti a bordo della nave «Diciotti», Avezzù invece prende la distanze. «Matteo Salvini non è il mio ministro e questo non è il mio governo —
” Migranti Non si usano le persone per portare i problemi alla vista dell’europa
scandisce — Usare persone umane per portare il problema all’attenzione dell’europa non è nelle mie corde».
Bergamin aveva dedicato un passaggio anche alla questione-sicurezza, chiedendo più fondi per i Comuni per il presidio del territorio e la riforma della legittima difesa. «Se ti entrano in casa la difesa è legittima sempre. E chi viene da altre parti deve essere rispedito al mittente» aveva affermato.
Ma a pesare sono anche questioni più locali. Prima fra tutte la riqualificazione dell’ex ospedale «Maddalena», bloccata a causa del rinvio al 2020 dei 13 milioni e mezzo di euro che lo Stato avrebbe dovuto dare al Comune per il rilancio dell’ex nosocomio. «Bergamin ha detto di essere arrabbiato per il blocco dei fondi statali — ragiona Avezzù — Io ho fatto la mia parte, rivolgendomi agli esponenti del mio partito, Forza
” Maddalena Si dia da fare col suo governo per sbloccare i soldi necessari al recupero
Italia, per chiedere che si faccia qualcosa. Mi è parso di capire che la maggioranza a Roma abbia intenzione di andare avanti su questa strada. È ora che anche lui faccia la sua parte, facendosi sentire dal governo nazionale, retto dalla sua Lega. Ha sempre detto che quei soldi erano dei cittadini e che sarebbero tornati nelle tasche dei rodigini».
Mal digerite anche le affermazioni sulla polemica per la partecipazione di Luciano Moggi, ex ds della Juve radiato a vita dalla Figc per lo scandalo «Calciopoli», al «Rovigo Sport Festival». Una presenza fortemente voluta dal vicesindaco, con delega allo Sport, Andrea Bimbatti e difesa da Bergamin. «Non sono stati invitati a Rovigo ergastolani come Bonisoli» ha dichiarato il sindaco. «Moggi è salito sul palco e ha ribadito di aver agito bene — sottolinea Avezzù — Bergamin ha parlato di Franco Bonisoli, che ha preso parte all’attentato contro Aldo Moro. Forse però non sa che Bonisoli, a differenza di Moggi, si è pentito e ha intrapreso un percorso di riabilitazione. Bonisoli non rinnega e per questo lo inviterei a parlare in piazza, Moggi no».