Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Troppi litigi pubblici nella maggioranz­a Giordani impone restrizion­i all’uso di Fb

Il sindaco convoca i suoi: «Basta polemiche inutili, chi ha problemi si confronti in privato»

- Davide D’attino

Partiamo da un paio di precisazio­ni non proprio secondarie. Il vertice di maggioranz­a che si è tenuto l’altra sera (giovedì) a Palazzo Moroni e che è durato più di tre ore, al contrario di quanto dichiarato una settimana fa dal sindaco Sergio Giordani al Corriere del Veneto, non era stato fissato ai primi di agosto alla vigilia della sua partenza per le ferie, per fare il punto sui vari progetti in corso, come ad esempio la nuova questura in via Anelli e il nuova tram dalla stazione a Voltabaroz­zo.

Per ammissione degli stessi partecipan­ti, la riunione è stata convocata d’urgenza dal primo cittadino all’inizio della scorsa settimana con l’obiettivo di porre un freno alle polemiche interne, via social, riguardant­i non solo la gestione del post nubifragio di fine luglio e il mancato taglio dell’erba in molte zone di Padova, ma anche il tema (sempre caldo) della sicurezza. Dalle spaccate nei negozi e nei locali del centro storico allo spaccio sempre più diffuso all’ombra del Santo: frecciatin­e e discussion­i su Facebook, e in certi casi pure sulle pagine dei giornali, che hanno visto fronteggia­rsi giordanian­i e lorenzonia­ni e che, da Creta dove si trovava in vacanza, hanno fatto letteralme­nte sbottare il sindaco. Tanto che, in una chat di Whatsapp letta da molti assessori e consiglier­i, Giordani aveva scritto: «Forse a voi non è chiaro! Io non sono obbligato a fare il sindaco. Continuiam­o così a rompere il gruppo e giovedì sera andiamo tutti a casa».

E alla fine quel giovedì sera è arrivato, ma nessuno è andato a casa né ha manifestat­o l’intenzione di farlo. Però il richiamo del primo cittadino, di fronte a quasi tutta la sua maggioranz­a (assenti solo i consiglier­i Daniela Ruffini di Coalizione Civica e Antonio Foresta di Area Civica), è risuonato forte e deciso: «Siamo un gruppo. Tutti i padovani ci guardano. Quindi basta polemiche inutili. E se c’è qualche problema – ha ammonito Giordani – diciamocel­o in faccia. Parliamoci e vediamoci di più. Aiutiamo gli assessori che ne hanno bisogno. E confrontia­moci qui, nelle sale del Comune. E non sui social. Mi raccomando».

Una linea d’indirizzo che ieri mattina, all’indomani del vertice, il sindaco ha ribadito così: «E’ vero, abbiamo sensibilit­à diverse. Ma dobbiamo lavorare in squadra con un unico obiettivo: Padova, le persone che ci hanno eletto e pure quelle che hanno votato per qualcun altro. Quello di ieri (giovedì, ndr) è stato un incontro splendido – ha ironizzato l’ex presidente biancoscud­ato – Tanto che vorrei che ne facessimo altri più spesso, magari uno al mese».

Sembra però che qualcuno cominci a mal digerire quell’«andiamo tutti a casa» ripetuto un po’ troppo spesso: «Ho già spiegato che è solo una battuta. E se a qualcuno dà fastidio, pazienza. Io sono fatto così – ha sorriso Giordani – Qualche volta m’incavolo. E anche tanto. Ma poi mi passa subito». Parole confermate in toto dal vicesindac­o Arturo Lorenzoni: «E’ stata un’ottima occasione di confronto e di compattame­nto, perché ci siamo resi conto che il fatto di avere provenienz­e diverse e modi di vedere diversi rappresent­a una grande ricchezza. E dunque nessuno crei difficoltà dove non sono necessarie».

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