Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
«L’innocente», il nuovo romanzo di Marco Franzoso
Esce oggi l’ultimo romanzo dello scrittore padovano Marco Franzoso, ancora una volta incentrato sulle violenze ai bambini. La novità è che la voce narrante è proprio quella del protagonista. Solo contro il mondo dei «grandi»
Dentro il danno si entra subito. L’angoscia del piccolo Matteo, quei crampi alla pancia che lo attanagliano appena apre gli occhi, la mattina, e le lancette della sveglia che incombono ossessive e lo portano all’irruzione violenta nella realtà, scandiscono il suo tormento. Il «danno» che segna il bambino protagonista del nuovo romanzo di Marco Franzoso, L’innocente ( Mondadori, 156 pagine, 17,50 euro), si respira immediatamente dalle prime pagine e accompagna il lettore in un crescendo coinvolgente. Cos’è successo a Matteo? Qual è il male che l’ha segnato? Perché tutti gli stanno addosso per farlo parlare? C’è ancora una volta l’infanzia violata al centro di questo libro dello scrittore padovano Franzoso, come per Il bambino Indaco (Einaudi) e Gli invincibili (Einaudi).
Ma questa volta spicca nella narrazione il muro invalicabile che divide il mondo dei bambini da quello degli adulti. Così Matteo che porta con sè un segreto doloroso e terribile, diventa voce narrante del romanzo e attraverso il suo punto di vista porta a riconoscere i tanti abusi di cui l’infanzia è costellata. C’è quel danno, oscuro, tremendo, impossibile da raccontare. A cui si arriverà per gradi, solo verso la fine del romanzo. Ma ci sono altri danni, ogni giorno, che arrivano implacabili e inconsapevoli anche da chi dovrebbe proteggere e amare. In un mondo di «grandi» che non vedono, non si accorgono, rubano l’infanzia, mettono al centro la propria sofferenza, i propri problemi o gli obiettivi professionali, Matteo deve difendersi anche dagli «adulti sani». Il mondo è una guerra, questo gliel’ha insegnato il padre che non c’è più. E Matteo dovrà armarsi, come può, per
affrontare i grandi che gli stanno intorno, anche chi gli vuole bene, ma non si accorge di lui come bambino. La mamma, i nonni, la psicologa, il giudice, diventano tutti attori della stessa recita.
Costretto a diventare adulto quando ancora è bambino, abusato anche da giudice e psicologa con la giustificazione che stanno solo facendo il loro dovere per arrivare alla verità, Matteo si scontrerà con il danno, reiterato a più livelli, trovando dentro di sè la capacità di sopravvivere a un’infanzia violata e alle conseguenze di quel male di cui lui non ha nessuna colpa. Certo è che invece nel mondo degli adulti, nessuno è veramente innocente. In questo libro Franzoso costringe il lettore a guardare in faccia tutti i colpevoli: il male esiste anche dietro l’alibi del bene, può arrivare da chi dovrebbe difenderci. Ma l’inconsapevolezza non è mai una giustificazione alla violenza. L’innocente affronta un tema di grande attualità, che Franzoso tratta senza giudizi etici o morali. La scrittura e il ritmo narrativo dello scrittore sono essenziali, accompagnano dentro la storia. Lasciano il giudizio al lettore.
Indagare l’infanzia è quasi un’ossessione per Marco Franzoso, che sa sviscerare ogni piega, ogni sfumatura dell’universo dei bambini. Qui la prospettiva cambia rispetto ai precedenti romanzi, perché in primo piano c’è la voce di un bambino, il protagonista, che racconta. E’ lui a trascinare il lettore «nei suoi panni», a irrompere in una storia di adulti in cui nessuno è in grado di vederlo veramente. E a squarciare quel velo che separa la colpa dall’innocenza.