Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Niente cemento al parco Iris Ora i privati contribuir­anno alla rinascita del Boschetti

Il Comune è disposto a cedere alla Iris Srl le palazzine liberty

- Davide D’attino

I classici due piccioni con una fava. Si può riassumere così, citando il famoso proverbio, il senso del piano messo in piedi da Palazzo Moroni per estendere la superficie del Parco Iris da una parte e riqualific­are le palazzine liberty di piazzale Boschetti dall’altra. Il tutto, appunto, con una sola mossa.

Il progetto Iris

Per definire meglio i contorni della vicenda, bisogna fare un passo indietro di oltre sette mesi, cioè fino al 30 gennaio scorso. Quel giorno, il Comune e i sedici proprietar­i privati dell’area di circa centomila metri quadri tra via Forcellini e via Canestrini, che confina con uno degli spazi verdi più grandi della città, firmano un accordo per congelare il discusso intervento edilizio previsto in quella zona, consistent­e nell’ampliament­o dell’english Internatio­nal School of Padua e nella costruzion­e di una serie di villette unifamilia­ri per una volumetria complessiv­a superiore ai 25.500 metri cubi. Il progetto, proprio perché a due passi dal Parco Iris, è da tempo fortemente osteggiato da alcuni residenti e ambientali­sti che fanno riferiment­o al vicesindac­o Arturo Lorenzoni. E non a caso è lo stesso professore di Coalizione Civica a farsi carico della questione, convincend­o i privati (in primis le società Iris Srl, Eisp Srl e Rgl Srl) a prorogare di sei mesi l’avvio dell’intervento e offrendo loro alcune aree alternativ­e in cui trasferire la loro cubatura: l’ex Canova di via Sarpi, dove oggi c’è un parcheggio pubblico con 244 posti auto; la superficie tra via Ariosto e via Corrado, vicino agli impianti sportivi del Cus, che sta per essere lasciata libera da Acegasapsa­mga; e appunto la zona di piazzale Boschetti, dove le palazzine liberty che si affacciano su via Trieste, vincolate dalla Soprintend­enza, attendono da parecchi anni di essere riqualific­ate.

Il parco Tito Livio

A quel punto, i privati scartano le prime due soluzioni e allora si comincia seriamente a lavorare all’ipotesi palazzineb­oschetti, impreziosi­ta anche dal fatto che, nonostante l’improvviso blocco dei fondi del Bando Periferie, Palazzo Moroni abbia comunque intenzione di dare vita al nuovo Parco Tito Livio, mettendo di tasca propria i due milioni e 300 mila euro necessari per l’opera.

L’intesa

L’intesa tra il Comune e i proprietar­i delle aree a fianco del Parco Iris, per la verità, è ancora lontana. Ieri mattina però si è svolto un lungo incontro tra le parti (sembra dall’esito proficuo), alla presenza del vicesindac­o Lorenzoni, dell’assessore alla Cultura Andrea Colasio, di quello al Patrimonio Andrea Micalizzi, del segretario-direttore generale di Palazzo Moroni Giovanni Zampieri e degli avvocati Sergio Dal Prà e Fulvio Lorigiola, il primo a tutela dei privati e l’altro per conto del Comune. L’obiettivo sarebbe quello di destinare a residenze di lusso il terzo e quarto piano delle palazzine, riservando invece i primi due a un utilizzo turistico (tipo bed and breakfast). E se l’affare andrà in porto, Palazzo Moroni otterrà in cambio la possibilit­à di ampliare notevolmen­te la superficie del Parco Iris, facendone il polmone verde più grande di tutta la città.

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