Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
«Pepe», dalla prigionia al docu-film
«Sono uno baciato da una stella, non una stella». José Alberto Mujica Cordano, detto Pepe, ex capo dello Stato dell’uruguay e prigioniero insieme ad altri rivoluzionari tupamaros per dodici anni, ieri al Lido ha accompagnato il documentario sulla sua vita girato dall’amico Emir Kusturica, «El Pepe, una vida suprema». Dopo dodici anni passati senza contatti col mondo in prigionia senza diritti e dignità, il Pepe ha rianimato i pochi cinefili politicamente impegnati rimasti in circolazione. Sui migranti africani: «Malgrado il cimitero del Mediterraneo sia immenso, le donne africane sono più forti». Su ricchezza e povertà: «Io non sono povero, in realtà, la mia filosofia è una sorta di neostoicismo. Bisogna impegnarsi poco con le cose materiali nella vita e avere pochi legami materiali, in modo da avere tanto tempo per gli affetti e per vivere. Le cose vive ci danno affetto ed è di questo che abbiamo bisogno». La storia di Pepe ha coinvolto tanto Kusturica che alla fine della proiezione il regista di Underground non ha retto alla commozione e ha dovuto rimandare a oggi gli incontri con la stampa.
Diego chi?
Correva l’anno 2001 e Alfonso Cuarón non era ancora l’alfonso Cuarón di oggi. Portò alla Mostra del Cinema, invitato dall’allora direttore Alberto Barbera (primo mandato) Y tu mamá también, con due ragazzini strepitosi, entrambi presero il premio per il miglior attore esordiente. Uno era Gael Garcia Bernal, protagonista da allora di tanti film e serie tv. L’altro era Diego Luna, che ieri sera ha calcato il red carpet senza che nessuno lo riconoscesse. Eppure ha lo stesso sguardo irriverente di allora.
Red carpet per tutti
Un po’ di Mostra anche a Venezia e Mestre. A chi accusa la Biennale di aver reciso il cordone tra Venezia e il festival, rispondono tre proiezioni nell’ambito di Esterno Notte (i film della Mostra in decentramento a Mestre e Venezia), in cui sarà possibile assistere al red carpet di cast e registi anche fuori dal Lido. Si comincia all’img di Mestre stasera alle 21.30, con La profezia dell’armadillo di Emanuele Scaringi, che sarà presente con i due attori Simone Liberati e Pietro Castellito. Sempre a Mestre, venerdì alle 18.30 tocca a Il banchiere anarchico del regista Giulio Base, in sala con l’altro attore del film Paolo Fosso. Sempre venerdì ma al Rossini di Venezia, alle 21 il regista Daniele De Michele, in arte Donpasta, introdurrà il suo film I villani, presentato come evento speciale delle Notti Veneziane alle «Giornate degli Autori».
Donne, fortissimamente donne
In concorso una sola. Ma fuori dal palazzo del Cinema le donne hanno invaso il Lido. E ancor di più i dibattiti e le conversazioni sul perché alla Mostra del Cinema ci sia una sola donna in concorso. Non c’è pranzo, cena, occasione ufficiale, dibattito, incontro, in cui non scatti la domandina. Di uomini a donne, che suona anche un po’ da presa in giro: «Ma perché siete così poche?». Di donne a uomini, in cui si rischia la rissa: «Ma com’è che siamo così poche?». E soprattutto di donne a donne: «Ma com’è che sono così poche?». La risposta è sempre la stessa: colpa degli uomini. Fino al prossimo convegno.
L’invito più esclusivo
Forse nessuno ha visto il film, che è un caposaldo della storia del cinema, ma certamente non è un blockbuster alla «X Men» né ha i ritmi delle serie tv di Nteflix. Ma tutti in questi giorni stanno facendo carte false per ricevere la borsa nera con la scritta in rilievo Chanel che annunia l’invito al party più esclusivo della Mostra: un dinner offerto da Chanel a palazzo Giustinian, alle Zattere, in onore del restauro di L’année dernière a Marienbad di Alains Resnais, leone d’oro a Venezia nel 1961. Dinner alle 21, proiezione prima alle 18.