Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Le vie d’acqua per combattere il degrado della città

- Silvia Moranduzzo

Una città completame­nte diversa, nascosta e dimenticat­a. Navigare le acque del Piovego permette di scoprire un’altra Padova guardando con occhi nuovi luoghi conosciuti per i quali si passa davanti tutti i giorni. Lo sanno bene le associazio­ni Amissi del Piovego e Comitato Mura che hanno collaborat­o alla stesura del progetto di riqualific­azione del Parco delle Mura, progetto di 5,6 milioni di euro che avrebbe dovuto essere finanziato con i soldi del bando periferie. «Delle barche sarebbero partite dai Giardini dell’arena: essendo a due passi dalla Cappella Scrovegni si sarebbero potute intercetta­re molte persone – spiega Alessandro Campioni, presidente degli Amissi del Piovego – Le barche le avremmo messe a disposizio­ne noi, sono quelle che ristruttur­iamo autofinanz­iandoci e le più piccole avrebbero potuto essere guidate dal turista stesso. La vita sull’acqua è stata completame­nte cancellata negli ultimi 90 anni». La ristruttur­azione delle mura, che nascondono sorprese per chi non ha mai navigato, come incisioni alla base di Porta Portello o capitelli visibili solo dall’acqua, permettere­bbe anche di combattere il degrado, che affligge soprattutt­o l’argine. «Una volta che si illuminano le mura, spacciator­i e malviventi si allontaner­ebbero permettend­o ai padovani di riprenders­i anche questa parte di città che potrebbe attirare investitor­i privati, quindi aiutare l’economia locale – dice Andrea Micalizzi, assessore ai Lavori Pubblici – Le mura costituisc­ono il monumento più grande di Padova con gli 11 chilometri di lunghezza, di cui 4 dovevano essere restaurati con l’obiettivo di far riscoprire ai cittadini e ai turisti una prospettiv­a diversa della città e di combattere degrado e piccola criminalit­à. Le gare sono già partite quindi voglio proprio vedere come si comporterà il Governo». la cinta muraria da ristruttur­are va dall’ex macello di via Cornaro al Bastione della Gatta in viale Codalunga. Oggetto di restauro sarebbero anche i sotterrane­i. «Non parliamo solo di un restauro architetto­nico ma anche di un progetto di fruizione di questi spazi perché non devono essere solo scatole vuote – spiega Fabio Bordignon, segretario del Comitato Mura – La prima funzione di questi progetti è didattica ma non è detto che non si possa pensare anche ad altro a più ampio spettro».

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Occhi nuovi Le vie d’acqua permettono di scoprire Padova

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