Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Legionella, esami negativi a casa della paziente
La donna è guarita, ignote le modalità del contagio. Contato: «Faremo luce»
Giudicata guarita dalla legionella, la paziente oncologica 61 enne risultata positiva al batterio è stata dimessa dall’ospedale e rimandata a casa dove verrà seguita dal servizio di assistenza domiciliare. Le verifiche messe in campo dall’usl 5 Polesana avrebbero accertato che l’abitazione della donna, nel centro del capoluogo, non presenterebbe concentrazioni batteriche tali da far presumere che l’infezione sia stata contratta lì. «Abbiamo ricevuto i riscontri sui prelievi conclusi lunedì – conferma Edgardo Contato, direttore sanitario dell’usl 5 Polesana – così come per l’ospedale, possiamo escludere che il contagio sia avvenuto tra le mura domestiche. Certo, resta da chiarire dove possa essere stata contratta la legionella». In ogni modo, considerata sicura la casa e data per debellata l’infezione, i sanitari hanno deciso le dimissioni. «Le cure per la patologia oncologica – prosegue Contato – verranno garantite al domicilio, secondo le procedure previste e con il massimo impegno».
In Polesine l’ultimo decesso collegabile alla legionella risale al giugno 2014, e riguarda un uomo di 75 anni che, malato oncologico grave, era risultato positivo al batterio. Un altro caso in precedenza si era verificato nell’ottobre 2009, quando una pensionata 65 enne di San Martino di Venezze, era deceduta dopo aver contratto il batterio proprio al nosocomio rodigino. I rischi di complicazioni aumentano se la legionella aggredisce un organismo già debilitato, mentre normalmente l’infezione viene debellata con un’adeguata terapia antibiotica. La situazione, pur non essendoci alcuna ragione di allarme per le autorità sanitarie,
L’allarme Mentre era ricoverata, la donna è risultata positiva. Esclusa però la presenza del virus in ospedale
continuerà a essere monitorata. Verifiche e controlli vengono assicurati con costanza negli spazi di degenza e su tutti gli impianti. Procedure che vengono adottate di prassi dato che il batterio, normalmente presente in natura nell’acqua in concentrazioni non pericolose, può insediarsi in ambienti artificiali favorevoli, come le condotte idriche o i condizionatori, moltiplicandosi in presenza, per esempio, di ristagni o dopo lunghi periodo di inutilizzo degli impianti.