Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Chiese svaligiate, individuati i ladri Zaia: «Ora metteteli in galera»
Colpi a Lendinara, Peschiera, Motta di Livenza e Caorle: caccia a tre stranieri
Sono tre romeni residenti in provincia di Pisa gli autori di una serie di furti sacrileghi in chiese venete, commessi nella seconda metà del 2016, tra cui quello ai danni della basilica della Madonna del Pilastrello a Lendinara. A scoprirli sono stati i carabinieri della stazione di Lendinara, a conclusione di una lunga attività investigativa.
A ritrovarsi con l’avviso di garanzia per furto pluriaggravato sono il 42enne Daniel Gherghinoiu, il 27enne Roberto Iliescu e il 25enne Ion Bogdan Gica. Sono tutti con precedenti ed attualmente irreperibili. Il trio, dopo due tentati furti notturni alla Madonna del Pilastrello nel giugno 2016, il 12 dicembre di due anni fa hanno cambiato strategia riuscendo a rubare circa 15 mila euro in monili in oro e coroncine ex voto dopo aver sfondato una teca in vetro. I tre si erano finti fedeli, e all’ora di pranzo si fecero chiudere dentro la basilica. Qui, indisturbati, colpirono la teca dove è riposta la statua della Madonna nera fino a romperla e razziando i gioielli contenuti all’interno a colpi
” Luca Zaia/1
Mi auguro che gli autori siano presto assicurati alla giustizia
Luca Zaia/2 Sono barbare profanazion i in chiese e santuari del Veneto
di mazza. Poi la fuga da una porta laterale, aperta segando un chiavistello che la chiudeva.
Le indagini sono iniziate con l’informazione che all’esterno della basilica, al momento del colpo, vi era un complice del terzetto che aveva fatto una telefonata. Incrociando il traffico telefonico con le immagini delle telecamere di videosorveglianza di Lendinara, si è identificato il numero di telefono. Da qui i militari sono risaliti ai tre romeni residenti in provincia di Pisa.
Ma le indagini hanno permesso di contestare ai tre altri furti sacrileghi in Veneto, sempre nel 2016. Ovvero quello del 5 giugno e del 16 novembre ai danni della basilica della Madonna del Frassino di Peschiera (Verona) dove, dopo aver sfondato una teca in vetro in entrambi i casi, i tre hanno rubato monili, coroncine in oro e angioletti in argento. Quello del 3 dicembre al Santuario della Madonna dei miracoli di Motta di Livenza (Treviso), dove, dopo aver forzato una inferriata, il terzetto ha razziato monili ex voto. Quello, infine, del 15 dicembre ai danni della basilica di Caorle, Venezia, dove è stata presa di mira una teca in vetro col furto di monili in oro ed ex voto. Il valore stimato degli oggetti rubati nel complesso si aggira sui 50.000 euro circa.
Sull’indagine interviene anche il presidente della Regione Luca Zaia. «I miei complimenti – afferma - ai carabinieri della stazione di Lendinara per aver individuato i responsabili di una serie di furti compiuti nel 2016 in chiese e santuari del Veneto. Mi auguro che gli autori di queste barbare profanazioni, che hanno violato luoghi cari ai veneti – conclude Zaia - come il santuario di Caorle, quello di Motta di Livenza e la Madonna del Frassino di Peschiera, siano presto assicurati alla giustizia».