Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Occhiobello e tre spose: la corsa al «maxi Comune»
Prosegue il dialogo con Gaiba, Canaro e Stienta sulla fusione: le incognite delle elezioni
Entro il 2021 potrebbe nascere il terzo comune più popoloso del Polesine. Questo il risultato della fusione tra Occhiobello, Gaiba, Canaro e Stienta, attualmente allo studio delle rispettive amministrazioni. Se da una parte il procedimento burocratico è ancora tutto da definire, quello che è certo è che gli enti coinvolti sono decisi a proseguire verso l’unificazione. Il tutto considerando che l’ultima parola spetterà ai cittadini, che dovranno esprimersi in un referendum.
Con una superficie di circa 100 mila metri quadrati ed una popolazione di quasi 20 mila abitanti, il futuro Comune occuperà un’ampia fetta dell’argine del Po. «A metà ottobre faremo una riflessione condivisa - spiega Daniele Chiarioni, sindaco di Occhiobello C’è già una prima intesa ma i tempi saranno lunghi». A pesare la necessità di incastrare le date delle prossime elezioni amministrative con i tempi tecnici per la fusione. La prossima primavera Occhiobello e Gaiba andranno al voto e, in base al risultato delle urne, il processo potrebbe anche subire una battuta d’arresto.
«I candidati sindaci che concorreranno dovranno chiarire come la pensano continua Chiarioni - È importante che i cittadini lo sappiano fin da subito. La fusione è un’occasione per risparmiare risorse economiche e semplificare la gestione dei servizi. Inoltre ci sono diversi incentivi statali e regionali per i comuni che scelgono di mettersi assieme, come maggiori trasferimenti e minori vincoli al patto di stabilità».
Soddisfatti della fusione anche i comuni più piccoli. «Non ci saranno disparità di trattamento - spiega Nicola Garbellini, sindaco di Canaro I servizi essenziali resteranno sul territorio, gli altri saranno riorganizzati. La fusione deve migliorare l’offerta peri cittadini, oppure non passerà mai». Della stessa opinione anche Roberto Berveglieri, primo cittadino di Gaiba. «Credo sia il momento che i comuni si mettano assieme. Stiamo lavorando seriamente per fare in modo che si creino opportunità. Gaiba non verrà abbandonata, anzi, lavorando assieme si avranno possibilità che prima non c’erano».