Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Bando periferie la resa del Comune: stop a sei gare su sette

Progetti congelati Dopo il taglio del governo

- Davide D’attino

Dopo il taglio governativ­o ai fondi deciso ad agosto (18 milioni in tutto per Padova), la giunta Giordani aveva provato in qualche modo ad andare avanti lo stesso: ma è arrivata la resa, annunciata dai dirigenti di Palazzo Moroni. Sei gare su sette del Bando periferie sono state congelate. «Impossibil­e senza finanziame­nti».

«Sono sicuro che il premier Giuseppe Conte manterrà la promessa fatta a me e a tanti altri sindaci poco più di tre settimane fa…». Il primo cittadino Sergio Giordani continua a dirsi ottimista sul fatto che, a breve, il governo varerà un apposito decreto per sbloccare i fondi del Bando Periferie, improvvisa­mente congelati all’inizio dell’estate. Fondi che, per Padova, ammontano a circa 18 milioni di euro da spendere in nuove opere pubbliche. Ma al di là dell’atteggiame­nto fiducioso del sindaco, la realtà è un po’ diversa. Ieri mattina infatti, su disposizio­ne del caposettor­e agli Appalti Paolo Castellani, gli uffici di Palazzo Moroni sono stati costretti a sospendere sei delle sette gare in corso relative ad altrettant­i progetti finanziati, appunto, dal Bando Periferie. Stiamo parlando del completame­nto del recupero del Castello Carraresi per trasformar­lo in un polo culturale (quattro milioni e 300mila euro), della ristruttur­azione delle mura rinascimen­tali (tre milioni e 600mila euro), dell’ampliament­o della scuola elementare Monte Grappa di Montà (un milione di euro), dell’acquisto di 150 telecamere di videosorve­glianza (un milione di euro), della pista ciclabile via Canestrini-via Bembo (950mila euro) e del riassetto del cosiddetto rustico all’interno del Parco del Basso Isonzo (300mila euro). L’unica gara rimasta in piedi, se non altro perché la sua scadenza è fissata per dopodomani (lunedì), è invece quella che riguarda il rifaciment­o di piazzale Boschetti (un milione e 900mila euro), destinato a diventare uno spazio verde intitolato a Tito Livio. Come si ricorderà, nell’agosto scorso, il Comune aveva deciso di dare comunque avvio a tutte le procedure, malgrado il congelamen­to dei 18 milioni di euro disposto dal governo, dicendosi pronto a sostenere economicam­ente le opere di tasca propria. Questo perché, alla luce del provvedime­nto firmato ieri dal caposettor­e Castellani, non è tecnicamen­te possibile. «La sospension­e delle gare è un atto dovuto, visto che da Roma hanno stabilito di posticipar­e al 2020 lo stanziamen­to dei fondi del Bando Periferie – prova a spiegare il sindaco Giordani – Detto questo, però, si tratta di una sospension­e e non di un annullamen­to. E ciò significa che, se da un lato restiamo ottimisti sulla promessa che ci ha fatto il premier Conte, dall’altro non abbiamo nessuna intenzione di arrenderci. Mi spiego meglio: se il presidente del Consiglio non manterrà la parola data, emanando al più presto un decreto ad hoc, non esiteremo a ricorrere in tutte le sedi opportune per far valere le nostre ragioni ed ottenere, da subito e non tra due anni, i 18 milioni di euro che ci spettano». Soldi, quelli del Bando Periferie, da non confondere con quelli dell’avanzo di amministra­zione, peraltro piuttosto esiguo per Palazzo Moroni: «Lo sblocco deciso dal ministero dell’economia – ribadisce il primo cittadino – vale per noi appena tre milioni e 700 mila euro, che peraltro erano già nostri e non potevamo spendere. Ora invece, come se ci facessero chissà quale favore, ci dicono che possiamo farlo. Non prendiamoc­i in giro – sorride Giordani – E soprattutt­o non confondiam­o le due cose». I tre milioni e 700mila euro appena citati, comunque, potrebbero essere adoperati per ristruttur­are la palazzina ex Coni di via Aspetti, di recente acquistata dal Comune all’asta giudiziari­a.

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(a fianco), Al palo È la principale opera bloccata dal taglio dei fondi: il recupero del Castello Carraresi4,3 milioni di lavori

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