Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Bando periferie la resa del Comune: stop a sei gare su sette
Progetti congelati Dopo il taglio del governo
Dopo il taglio governativo ai fondi deciso ad agosto (18 milioni in tutto per Padova), la giunta Giordani aveva provato in qualche modo ad andare avanti lo stesso: ma è arrivata la resa, annunciata dai dirigenti di Palazzo Moroni. Sei gare su sette del Bando periferie sono state congelate. «Impossibile senza finanziamenti».
«Sono sicuro che il premier Giuseppe Conte manterrà la promessa fatta a me e a tanti altri sindaci poco più di tre settimane fa…». Il primo cittadino Sergio Giordani continua a dirsi ottimista sul fatto che, a breve, il governo varerà un apposito decreto per sbloccare i fondi del Bando Periferie, improvvisamente congelati all’inizio dell’estate. Fondi che, per Padova, ammontano a circa 18 milioni di euro da spendere in nuove opere pubbliche. Ma al di là dell’atteggiamento fiducioso del sindaco, la realtà è un po’ diversa. Ieri mattina infatti, su disposizione del caposettore agli Appalti Paolo Castellani, gli uffici di Palazzo Moroni sono stati costretti a sospendere sei delle sette gare in corso relative ad altrettanti progetti finanziati, appunto, dal Bando Periferie. Stiamo parlando del completamento del recupero del Castello Carraresi per trasformarlo in un polo culturale (quattro milioni e 300mila euro), della ristrutturazione delle mura rinascimentali (tre milioni e 600mila euro), dell’ampliamento della scuola elementare Monte Grappa di Montà (un milione di euro), dell’acquisto di 150 telecamere di videosorveglianza (un milione di euro), della pista ciclabile via Canestrini-via Bembo (950mila euro) e del riassetto del cosiddetto rustico all’interno del Parco del Basso Isonzo (300mila euro). L’unica gara rimasta in piedi, se non altro perché la sua scadenza è fissata per dopodomani (lunedì), è invece quella che riguarda il rifacimento di piazzale Boschetti (un milione e 900mila euro), destinato a diventare uno spazio verde intitolato a Tito Livio. Come si ricorderà, nell’agosto scorso, il Comune aveva deciso di dare comunque avvio a tutte le procedure, malgrado il congelamento dei 18 milioni di euro disposto dal governo, dicendosi pronto a sostenere economicamente le opere di tasca propria. Questo perché, alla luce del provvedimento firmato ieri dal caposettore Castellani, non è tecnicamente possibile. «La sospensione delle gare è un atto dovuto, visto che da Roma hanno stabilito di posticipare al 2020 lo stanziamento dei fondi del Bando Periferie – prova a spiegare il sindaco Giordani – Detto questo, però, si tratta di una sospensione e non di un annullamento. E ciò significa che, se da un lato restiamo ottimisti sulla promessa che ci ha fatto il premier Conte, dall’altro non abbiamo nessuna intenzione di arrenderci. Mi spiego meglio: se il presidente del Consiglio non manterrà la parola data, emanando al più presto un decreto ad hoc, non esiteremo a ricorrere in tutte le sedi opportune per far valere le nostre ragioni ed ottenere, da subito e non tra due anni, i 18 milioni di euro che ci spettano». Soldi, quelli del Bando Periferie, da non confondere con quelli dell’avanzo di amministrazione, peraltro piuttosto esiguo per Palazzo Moroni: «Lo sblocco deciso dal ministero dell’economia – ribadisce il primo cittadino – vale per noi appena tre milioni e 700 mila euro, che peraltro erano già nostri e non potevamo spendere. Ora invece, come se ci facessero chissà quale favore, ci dicono che possiamo farlo. Non prendiamoci in giro – sorride Giordani – E soprattutto non confondiamo le due cose». I tre milioni e 700mila euro appena citati, comunque, potrebbero essere adoperati per ristrutturare la palazzina ex Coni di via Aspetti, di recente acquistata dal Comune all’asta giudiziaria.