Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Regione, c’è un miliardo che non si può spendere «Roma lo sblocchi subito»
La Regione presenta il Defr alle categorie economiche e annuncia: «Abbiamo chiesto a Roma di sbloccare parte degli avanzi di amministrazione». Intanto il Pil veneto cresce (poco) più dell’italia
Non solo i «tesoretti» di Comuni e Province, anche le Regioni hanno cassaforti bloccate dai vincoli di stabilità. E vale anche per la Regione Veneto che in cassa ha un miliardo «congelato». Il vice presidente della Regione, Gianluca Forcolin, annuncia: «Stiamo dialogando con il ”
Mef perché nella prossima legge di stabilità ci sia un provvedimento che sblocchi almeno una parte di questi fondi». Intanto il Defr, documento di economia e finanza passa in Consiglio.
Un miliardo bloccato in cassaforte. Alla voce «avanzi di amministrazione» non ci sono solo i cospicui tesoretti dei Comuni (ora sbloccati) ma anche i «risparmi» della Regione che ammontano, appunto, alla cifra tonda (e ragguardevole) di un miliardo di euro. Questi, però, sono ancora a tutti gli effetti bloccati. Il Veneto è in buona compagnia, tolto un pugno di amministrazioni regionali in difficoltà, dal Lazio alla Calabria passando per la Campania, sono molte le Regioni virtuose. «Parliamo di una cifra complessiva vicina ai 20 miliardi spiega Gianluca Forcolin, vice presidente del Veneto - e, insieme, abbiamo deciso di chiedere al Governo di procedere con una norma che sblocchi, almeno in parte, questi fondi».
Dal Veneto, insomma, si suona la carica per poter spendere i propri soldi, necessari ogni anno di più, alla luce dei continui tagli dei trasferimenti statali. «Abbiamo parlato la scorsa settimana con il viceministro all’economia, Massimo Garavaglia, - spiega Forcolin - come conferenza Statoregioni. La strada è stata aperta con lo sblocco degli avanzi di amministrazione di Comuni e Province, ora è tempo di intervenire anche sui risparmi regionali congelati».
E la via maestra da seguire per raggiungere l’obiettivo è sulla falsariga di quella battuta dall’anci. Per i Comuni lo sblocco dei fondi si è legato al decreto Milleproroghe. Il piano per gli avanzi delle Regioni, è un provvedimento da inserire nella prossima legge di stabilità. Da qui l’interlocuzione diretta con il Mef, il ministero per l’economia e le Finanze.
L’annuncio della strategia regionale è stato dato ieri alla presentazione della nota al Defr (il documento di economia e finanza regionale)da parte di Forcolin alla categorie
Forcolin Com’è accaduto per i Comuni, la conferenza Stato Regioni sta dialogando con il Mef per poter sbloccare anche solo una parte dei nostri fondi fermi
economiche e ai sindacati. Buona parte dell’incontro è stata dedicata a illustrare i passi avanti e i benefici in tema di autonomia. Per il momento, però, una battaglia sulla corta distanza potrebbe essere proprio quella sull’avanzo di amministrazione regionale. Anche perché, scolpisce Forcolin: «Il barile delle risorse regionali è raschiato», difficile, insomma, tagliare di più.
In compenso l’economia regionale si difende ancora. Il segretario generale alla programmazione regionale, Ilaria Bramezza, è partita dal Pil, assoluto e pro capite. Le stime sul 2018 dicono che il Veneto continua a crescere più dell’italia. Anche se di uno scarno 0,6%. «Difficile, però, fare previsioni in questo contesto ma c’è l’esempio francese che parla di un +1% netto fra 2016 e 2017, dipende da molti fattori del sistema Paese», commenta Tiziano Barone di Veneto Lavoro che conferma anche le buone performance del mondo del lavoro regionale: disoccupazione che in Italia, per il secondo semestre 2018, arriva all’11,6% mentre in Veneto si ferma al 5,9%. Si spiega così anche il dato più che positivo delle proiezioni sul Pil pro capite: la media veneta nel giro di un anno e mezzo dovrebbe superare di circa 3000 euro l’anno quella nazionale (30mila contro 27mila).
Il quadro dei comparti produttivi vede un’infilata di segni «meno» quanto al numero di imprese venete: agricoltura -0,7% (ma la produzione lorda agricola cresce quasi del 4%), industria -0,7% (in crisi soprattutto legno, mobili, elettronica, moda e costruzioni) e commercio -0,6% dato bilanciato, però, da un + 1,2% sui servizi. Tutt’altra storia, invece, per il turismo che resta la locomotiva regionale con 70 milioni di turisti, primato assoluto fra le regioni italiane. Le categorie prendono tempo per analizzare i numeri precisi, settore per settore. Ma qualche commento a caldo c’è. «Rispetto al Defr, - dice Agostino Bonomo di Confartigianato - registriamo come dato positivo il mantenimento dei cofinanziamento sui fondi europei e anche la disponibilità della Regione per gli incentivi alla rottamazione dei veicoli commerciali la cui circolazione è vietata per l’accordo di bacino padano contro lo smog. Parliamo di 173mila mezzi fermi. La priorità ora è mettere a bilancio per il 2019 risorse più consistenti, stiamo lavorando con Regione e concessionarie per valutare altre forme di incentivi, e il tutto potrebbe essere un volano per l’economia». Mario Borin, Cna, sottolinea il legame con il Def nazionale e la partita dell’autonomia come variabili imprescindibili. Mentre Eugenio Gattolin di Confcommercio chiede di proseguire sulla via di un nuovo accesso al credito per le piccole imprese attraverso i consorzi fidi».