Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Post contro l’utero in affitto, Donazzan minacciata di morte
L’assessore: «Sono codardi, li scoveremo». Il sostegno del governatore
Un post contro la pratica dell’utero in affitto e, l’indomani, centinaia di commenti infarciti di insulti e anche una minaccia di morte. È capitato all’assessore regionale Elena Donazzan che si dice decisa ad andare fino in fondo: «Denuncerò gli haters alla Polizia Postale perché insultare e minacciare nell’etere è quanto di più lontano dalla democrazia».
Un post sui social a sostegno del movimento Pro Vita e Generazione Famiglia contro l’utero in affitto e «per la dignità delle donne che viene calpestata per accontentare ricchi committenti, donne trattate come schiave e bimbi che fanno le spese di questo scempio». Autrice: Elena Donazzan, assessore regionale al Lavoro e all’istruzione, milita nelle fila di Forza Italia ma, come si definisce lei stessa nel profilo Instagram, «Italianissima, cuore a destra». Mina vagante per il suo stesso partito, Donazzan fa un po’ storia a sé sposando, di volta in volta, le sue battaglie. Ieri mattina, però, il risveglio è stato amaro: più di un centinaio i messaggi di insulti pesanti a commento del post contro l’utero in affitto con tanto di minacce di morte. E, nel corso della giornata se ne sono aggiunte altre decine.
«Sono rimasta basita - racconta l’assessore - e scossa. L’idea di insultare, fomentare odio e addirittura minacciare di morte chi non la pensa come me sui social è quanto di più lontano dal mio modo di essere. Lo dico con Voltaire “Non condivido la tua idea ma sono disposto a lottare fino alla morte per consentirti di esprimerla”. Ecco, qualunque idea merita questo rispetto». E l’assessore si dice decisa ad andare fino in fondo denunciando alla Polizia Postale gli «haters» che le hanno intasato il profilo Instagram di commenti velenosi arrivando a scrivere «Io intanto carico il fucile per ammazzarla», autrice —sara—002. «Non credo che i social servano per una esasperata dialettica di questo stampo - attacca Donazzan in non mi sono mai sottratta al confronto ma preferisco di gran lunga che sia diretto, dal vivo per così dire. E, lo ripeto, non mi permetterei mai di insultare, creare una rissa e minacciare».
Nessuna marcia indietro, invece, nel merito: «Trovo aberrante la pratica dell’utero virtuale affitto. E non parlo delle famiglie omogenitoriali o altro, parlo proprio della pratica di strappare un figlio a sua madre, credo non ci possa essere nulla di peggio».
E le attestazioni di solidarietà, ieri, non sono mancate. A partire da quella del presidente della Regione Luca Zaia: «Rivolgo all’assessore Donazzan la mia più totale solidarietà. In un mondo civile si rispettano le idee di tutti, altrimenti non ha senso parlare di democrazia e libero pensiero. Su questi temi – aggiunge Zaia – ognuno risponde alla sua coscienza. Si può condividere o no una posizione, ma l’offesa e la minaccia sono lo strumento più sbagliato. Inaccettabile, sempre e comunque».
Battagliera, come sempre la bassanese Donazzan che spiega: «Ciò che ho letto sono offese contro di me e contro i veneti, offese contro chi la pensa come me, e dunque contro la stragrande maggioranza di chi ragiona in maniera sensata. Da una prima analisi delle interazioni l’azione ha avuto inizio dopo la condivisione da parte di Generazione Famiglia della mia Instagram-story. Non mi lascerò intimidire da questi individui. Non ho costretto nessuno di loro a seguirmi, se non condividono le mie idee sono ben liberi di seguire qualcun altro, ma non certo di offendermi. E a chi ha minacciato di ammazzarmi a fucilate rispondo: ti aspetto dove vuoi visto che i codardi siete voi, non di certo io».
Poi, Donazzan, conclude che fra i molti messaggi di supporto ricevuti, uno in particolare le ha fatto piacere: «Potrei fare nome e cognome ma non lo farò perché si è trattato di un messaggio privato. Un uomo dichiaratamente gay mi ha scritto che concorda con me nel condannare la pratica dell’utero in affitto perché una madre è una madre e non le si può togliere il figlio per nessun motivo. E ha pure aggiunto “siamo in molti a pensarla come lei”».
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L’assessore Ciascuno ha diritto alla propria opinione, questa è la vera democrazia, l’odio non è contemplato
Insultata Il colmo è che a me cucinare piace...