Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Bando periferie, tornano in Veneto circa 150 milioni
Intesa Governo-comuni, la manovra ripristinerà i fondi destinati al recupero delle zone degradate In ballo 150 milioni. Il ministro Stefani: «Promessa mantenuta». Il Pd: «Clamorosa marcia indietro»
Il ministro degli Affari regionali Erika Stefani gongola, il Pd parla di «clamorosa retromarcia». Il fatto è uno: in manovra tornano gli 1,6 miliardi (150 milioni al veneto, per 99 progetti) del bando periferie bloccati a luglio.
Per il ministro degli Affari regionali Erika Stefani è «una promessa mantenuta». Per il Pd «una clamorosa retromarcia». Al di là delle opposte letture politiche, il dato di fatto è che dopo averli eliminati a luglio con il decreto Milleproroghe, il Governo ripristinerà nella manovra in via di definizione i finanziamenti del bando periferie, che valgono 1,6 miliardi di euro a livello nazionale e 150 milioni di euro per il Veneto (per 99 interventi).
A darne notizia, all’uscita dalla Conferenza unificata Stato-regioni di ieri, è stato il presidente di Anci (e sindaco di Bari) Antonio Decaro: «Abbiamo ricucito le relazioni con il Governo perché abbiamo vinto una battaglia che non era dei sindaci, ma per i diritti dei cittadini. Abbiamo convinto il Governo a tornare indietro, non si fermeranno nè la progettazione nè i lavori. I fondi sono gli stessi che ci sono sempre stati, un miliardo e 600 milioni,e vengono solamente distribuiti nei prossimi due anni». Soddisfatta la presidente di Anci Veneto, Maria Rosa Pavanello, che ricorda: «L’intesa raggiunta sblocca nella nostra regione i progetti dei sei Comuni capoluogo e della Città Metropolitana di Venezia per circa 150 milioni di euro. L’accordo, però, ha un ulteriore risvolto positivo che è quello di riattivare il dialogo tra Anci e Governo ripristinando fiducia e rispetto reciproco che sono alla base di un normale rapporto istituzionale. Nei prossimi mesi ci sono partite importanti per i Comuni e un clima positivo è fondamentale per trovare soluzioni condivise. La decisione del Governo, inoltre, elimina le conseguenze legali in cui rischiavano di incorrere alcuni sindaci che avevano già programmato gli interventi».
Tra i cantieri più importanti: il recupero del quartiere Veronetta a Verona, del Palazzo ex Casinò al Lido di Venezia, del Castello Carrarese e del Parco delle Mura a Padova, di piazza Martiri Belfiore a Treviso, del quartiere Commenda a Rovigo e delle scuole Gabelli a Belluno.
«Raggiunto l’accordo, nella legge di Bilancio saranno inserite disposizioni grazie alle quali i Comuni potranno beneficiare delle risorse previste già dal 2019, in base però a spese già sostenute e documentate - spiega il ministro Stefani -. Lo dicevamo dal-
Maria Rosa Pavanello (Anci) L’accordo ha un ulteriore risvolto positivo che è quello di riattivare il dialogo tra Anci e Governo ripristinando fiducia e rispetto reciproco
l’inizio di questa vicenda: il Governo avrebbe trovato una soluzione, e così è stato. Ora che Anci è di nuovo seduta al tavolo della Conferenza possiamo finalmente ricominciare a lavorare sulle intese che sono fondamentali per la vita dei cittadini».
Dal Pd, però, arriva una lettura diametralmente opposta. «Dopo uno strappo senza precedenti, che ha costretto per la prima volta nella storia i Comuni ad abbandonare il tavolo, grazie all’impegno dei sindaci e alla nostra opposizione il Governo ha dovuto fare un passo indietro» dice Alessia Rotta, veronese, vicepresidente dei deputati dem.
E il senatore veneziano Andrea Ferrazzi avverte: «Tralasciamo la figura barbina del Governo e della maggioranza che tolgono a luglio quanto poi si vedono costretti a rimettere in ottobre. Ora guardiamo avanti. Vigileremo che sulla Legge di Bilancio sia restituito quanto tolto».