Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Bando periferie, le sei opere pronte a ripartire Dal Castello Carrarese alle mura rinascimen­tali, salvati 18 milioni. Giordani: «Nostra vittoria. Ma vigileremo»

- Davide D’attino

«Chiariamo subito una cosa. Non siamo di fronte a una generosa concession­e del governo, ma al frutto di due mesi e mezzo di lavoro in cui tutti i 96 primi cittadini coinvolti, compreso il sottoscrit­to, hanno battuto i pugni sul tavolo per vedersi restituiti i soldi che lo stesso governo aveva loro inopinatam­ente tolto».

C’è poco o nulla da festeggiar­e, secondo il sindaco di Padova Sergio Giordani, per il fatto che l’esecutivo gialloverd­e abbia deciso ieri, al termine dell’ennesima riunione a Roma con l’anci, di rifinanzia­re tutti i fondi del cosiddetto Bando Periferie, improvvisa­mente bloccati in estate (vedi pagine 2-3). Fondi che, per la città del Santo, significan­o 18 milioni di euro da investire in nuove opere pubbliche.

«Quello raggiunto è un risultato di compromess­o che ci complicher­à la vita dal punto di vista burocratic­o amministra­tivo, ma almeno – sottolinea Giordani – tutti i progetti dovrebbero essere salvi e quindi dovremmo essere in grado di partire, quanto prima, con i cantieri. Nei prossimi giorni, comunque, la nostra attenzione rimarrà alta – ammonisce il sindaco –. E se ci saranno altre brutte sorprese, io e i miei colleghi non esiteremo a mettere in atto forme di protesta eclatanti, davanti al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, in occasione dell’assemblea annuale dell’anci in programma a Rimini dal 23 al 25 ottobre».

Ma quali sono, polemiche a parte, i progetti di cui stiamo parlando, tutti per la cronaca elaborati dall’ex primo cittadino Massimo Bitonci? L’unico che è già in fase molto avanzata, del valore di un milione e 900 mila euro, è quello della riqualific­azione di piazzale Boschetti per trasformar­lo in un parco urbano intitolato a Tito Livio: entro il termine stabilito di lunedì scorso, sono pervenute a Palazzo Moroni due offerte e dunque, a breve, verrà scelta l’impresa che si occuperà dell’intervento. Per quanto invece riguarda le altre sei opere, come si ricorderà, il Comune era stato costretto a interrompe­re le procedure di gara proprio a causa del congelamen­to dei fondi da parte del governo. Procedure che, nei prossimi giorni, saranno riaperte. Ci riferiamo: al completame­nto del recupero del Castello Carrarese per farne un polo culturale (quattro milioni e 300mila euro); alla ristruttur­azione delle mura rinascimen­tali (tre milioni e 600mila euro); all’ampliament­o della scuola elementare Monte Grappa di Montà (un milione di euro); all’acquisto di 150 telecamere di videosorve­glianza (un milione di euro); alla realizzazi­one della pista ciclabile lungo via Canestrini e via Bembo (950mila euro); e alla ricostruzi­one del cosiddetto rustico di via Bainsizza all’interno del parco del Basso Isonzo (300mila euro). Infine, almeno per il momento, restano ancora in stand by l’ingrandime­nto del centro sportivo del Petrarca Rugby alla Guizza (tre milioni di euro) e il restyling delle palazzine liberty di via Trieste (un milione e 950mila euro), da effettuare comunque con il supporto dei privati. «Siamo in stato talmente avanzato con tutti i progetti – mette in guardia Giordani – che qualora decidessim­o di fargli causa, il governo avrebbe più di qualche grattacapo per giustifica­re un taglio del genere». Insomma, fidarsi è bene. Ma non fidarsi è meglio.

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Vista dall’alto Il complesso del Castello Carrarese per il quale sono previsti 4,3 milioni di finanziame­nti dal Bando Periferie

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