Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Bando periferie, le sei opere pronte a ripartire Dal Castello Carrarese alle mura rinascimentali, salvati 18 milioni. Giordani: «Nostra vittoria. Ma vigileremo»
«Chiariamo subito una cosa. Non siamo di fronte a una generosa concessione del governo, ma al frutto di due mesi e mezzo di lavoro in cui tutti i 96 primi cittadini coinvolti, compreso il sottoscritto, hanno battuto i pugni sul tavolo per vedersi restituiti i soldi che lo stesso governo aveva loro inopinatamente tolto».
C’è poco o nulla da festeggiare, secondo il sindaco di Padova Sergio Giordani, per il fatto che l’esecutivo gialloverde abbia deciso ieri, al termine dell’ennesima riunione a Roma con l’anci, di rifinanziare tutti i fondi del cosiddetto Bando Periferie, improvvisamente bloccati in estate (vedi pagine 2-3). Fondi che, per la città del Santo, significano 18 milioni di euro da investire in nuove opere pubbliche.
«Quello raggiunto è un risultato di compromesso che ci complicherà la vita dal punto di vista burocratico amministrativo, ma almeno – sottolinea Giordani – tutti i progetti dovrebbero essere salvi e quindi dovremmo essere in grado di partire, quanto prima, con i cantieri. Nei prossimi giorni, comunque, la nostra attenzione rimarrà alta – ammonisce il sindaco –. E se ci saranno altre brutte sorprese, io e i miei colleghi non esiteremo a mettere in atto forme di protesta eclatanti, davanti al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, in occasione dell’assemblea annuale dell’anci in programma a Rimini dal 23 al 25 ottobre».
Ma quali sono, polemiche a parte, i progetti di cui stiamo parlando, tutti per la cronaca elaborati dall’ex primo cittadino Massimo Bitonci? L’unico che è già in fase molto avanzata, del valore di un milione e 900 mila euro, è quello della riqualificazione di piazzale Boschetti per trasformarlo in un parco urbano intitolato a Tito Livio: entro il termine stabilito di lunedì scorso, sono pervenute a Palazzo Moroni due offerte e dunque, a breve, verrà scelta l’impresa che si occuperà dell’intervento. Per quanto invece riguarda le altre sei opere, come si ricorderà, il Comune era stato costretto a interrompere le procedure di gara proprio a causa del congelamento dei fondi da parte del governo. Procedure che, nei prossimi giorni, saranno riaperte. Ci riferiamo: al completamento del recupero del Castello Carrarese per farne un polo culturale (quattro milioni e 300mila euro); alla ristrutturazione delle mura rinascimentali (tre milioni e 600mila euro); all’ampliamento della scuola elementare Monte Grappa di Montà (un milione di euro); all’acquisto di 150 telecamere di videosorveglianza (un milione di euro); alla realizzazione della pista ciclabile lungo via Canestrini e via Bembo (950mila euro); e alla ricostruzione del cosiddetto rustico di via Bainsizza all’interno del parco del Basso Isonzo (300mila euro). Infine, almeno per il momento, restano ancora in stand by l’ingrandimento del centro sportivo del Petrarca Rugby alla Guizza (tre milioni di euro) e il restyling delle palazzine liberty di via Trieste (un milione e 950mila euro), da effettuare comunque con il supporto dei privati. «Siamo in stato talmente avanzato con tutti i progetti – mette in guardia Giordani – che qualora decidessimo di fargli causa, il governo avrebbe più di qualche grattacapo per giustificare un taglio del genere». Insomma, fidarsi è bene. Ma non fidarsi è meglio.