Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Il governo Conte sblocca i fondi Ex Maddalena, recupero possibile
Maxi-debito piscine, Bergamin: non vendo quote Ascopiave per pagarlo
La riqualificazione dell’ex ROVIGO ospedale «Maddalena» torna in agenda con la promessa di sblocco dei fondi del Bando Periferie, strappata dall’associazione nazionale dei Comuni italiani (Anci) al governo Conte. L’intesa scongela gli 1,6 miliardi di euro stoppati ad agosto da un emendamento di maggioranza al Milleproroghe, che comprendono anche i 13,5 milioni attesi a Rovigo.
«Anche se i fondi saranno diluiti in due anni, penso si riapra una speranza per il recupero dell’ex Maddalena» dice Paolo Avezzù, presidente del consiglio comunale e consigliere nazionale Anci.
Massimo Bergamin esulta e plaude pure se stesso. «Un plauso a governo, Anci e a tutti quei sindaci, come me, che non hanno mai smesso di credere in questi progetti» si legge in una nota. L’obiettivo è avviare presto i lavori, senza dimenticare che Rovigo è a fondo classifica, perché non ancora in progettazione esecutiva.
«Via libera subito alla riqualificazione — commenta Bergamin — Il primo passo sarà rimettere a disposizione della cittadinanza il parco-giochi per poi concentrarsi sull’edificio dell’ex ospedale Maddalena e, quindi, alla rimessa a nuovo dell’intero settore viario del quartiere Commenda». Il punto a Rimini nell’assemblea nazionale Anci, dal 23 al 25 ottobre.
Per Palazzo Nodari una notizia positiva, dopo diverse battute d’arresto, a partire dalle piscine, su cui è arrivata un’ingiunzione di pagamento da 6.343.020,52 euro da parte di Unipol Banca per le rate non pagate del mutuo per il «project financing» in cui il Comune è chiamato a surrogare le inadempienze dei privati.
«Entro fine anno arriveremo a chiusura — sostiene Bergamin — L’incontro a Bologna con i vertici dell’istituto di credito, rappresentanti dal direttore e dal vicedirettore generali col funzionario incaricato della nostra pratica è stato segnato da grande disponibilità al dialogo».
Il sindaco, affiancato dall’avvocato civico Ferruccio Lembo, non entra nei dettagli delle ipotesi conciliative allo studio, tenuto conto che, dalla notifica, ci sono 40 giorni per formalizzare l’opposizione e, poi, altri 90 per la eventuale costituzione in giudizio.
In parallelo dovrebbe essere cercata interlocuzione con «Veneto Nuoto», ora affidata ai curatori fallimentari Marco Brizzolari e Stefano Ferro. Anche perché in bilancio comunale sono stanziati attorno ai 6 milioni, di cui circa 4,5 milioni per saldare il debito con Unipol, più 1,4 per il lodo Baldetti, definito in conciliazione per la ritardata consegna ai privati dei terreni delle vecchie piscine di Porta Adige.
«Non c’è rischio default» assicura il sindaco che esclude vi sia collegamento tra l’ipotizzata vendita di parte delle quote Ascopiave, detenute per il 4,4% dal Comune attraverso la municipalizzata Asm e la gestione del problema. «Due questioni non collegate — sottolinea — e sulle quote nulla è deciso».
Negoziati e ricorsi
Il Comune tratta con Unipol Banca, ma ha tempo per opporsi