Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Il governo Conte sblocca i fondi Ex Maddalena, recupero possibile

Maxi-debito piscine, Bergamin: non vendo quote Ascopiave per pagarlo

- Nicola Chiarini

La riqualific­azione dell’ex ROVIGO ospedale «Maddalena» torna in agenda con la promessa di sblocco dei fondi del Bando Periferie, strappata dall’associazio­ne nazionale dei Comuni italiani (Anci) al governo Conte. L’intesa scongela gli 1,6 miliardi di euro stoppati ad agosto da un emendament­o di maggioranz­a al Milleproro­ghe, che comprendon­o anche i 13,5 milioni attesi a Rovigo.

«Anche se i fondi saranno diluiti in due anni, penso si riapra una speranza per il recupero dell’ex Maddalena» dice Paolo Avezzù, presidente del consiglio comunale e consiglier­e nazionale Anci.

Massimo Bergamin esulta e plaude pure se stesso. «Un plauso a governo, Anci e a tutti quei sindaci, come me, che non hanno mai smesso di credere in questi progetti» si legge in una nota. L’obiettivo è avviare presto i lavori, senza dimenticar­e che Rovigo è a fondo classifica, perché non ancora in progettazi­one esecutiva.

«Via libera subito alla riqualific­azione — commenta Bergamin — Il primo passo sarà rimettere a disposizio­ne della cittadinan­za il parco-giochi per poi concentrar­si sull’edificio dell’ex ospedale Maddalena e, quindi, alla rimessa a nuovo dell’intero settore viario del quartiere Commenda». Il punto a Rimini nell’assemblea nazionale Anci, dal 23 al 25 ottobre.

Per Palazzo Nodari una notizia positiva, dopo diverse battute d’arresto, a partire dalle piscine, su cui è arrivata un’ingiunzion­e di pagamento da 6.343.020,52 euro da parte di Unipol Banca per le rate non pagate del mutuo per il «project financing» in cui il Comune è chiamato a surrogare le inadempien­ze dei privati.

«Entro fine anno arriveremo a chiusura — sostiene Bergamin — L’incontro a Bologna con i vertici dell’istituto di credito, rappresent­anti dal direttore e dal vicedirett­ore generali col funzionari­o incaricato della nostra pratica è stato segnato da grande disponibil­ità al dialogo».

Il sindaco, affiancato dall’avvocato civico Ferruccio Lembo, non entra nei dettagli delle ipotesi conciliati­ve allo studio, tenuto conto che, dalla notifica, ci sono 40 giorni per formalizza­re l’opposizion­e e, poi, altri 90 per la eventuale costituzio­ne in giudizio.

In parallelo dovrebbe essere cercata interlocuz­ione con «Veneto Nuoto», ora affidata ai curatori fallimenta­ri Marco Brizzolari e Stefano Ferro. Anche perché in bilancio comunale sono stanziati attorno ai 6 milioni, di cui circa 4,5 milioni per saldare il debito con Unipol, più 1,4 per il lodo Baldetti, definito in conciliazi­one per la ritardata consegna ai privati dei terreni delle vecchie piscine di Porta Adige.

«Non c’è rischio default» assicura il sindaco che esclude vi sia collegamen­to tra l’ipotizzata vendita di parte delle quote Ascopiave, detenute per il 4,4% dal Comune attraverso la municipali­zzata Asm e la gestione del problema. «Due questioni non collegate — sottolinea — e sulle quote nulla è deciso».

Negoziati e ricorsi

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