Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Vitale, incompatib­ilità negata Resta il sindaco di Rosolina

In Tribunale: Calcio Rovigo, ex presidente condannato

- Antonio Andreotti

Franco Vitale non è incompatib­ile con la carica di sindaco di Rosolina per via di un «project financing» affidato a suo fratello Raffaele e quindi resta al suo posto. Questa la decisione del Collegio civile in Tribunale che ha esaminato la richiesta di decadenza da parte del consiglier­e leghista di minoranza Pako Massaro (avvocato Matteo Sacchetto) del primo cittadino deltino (avvocati Luigi Migliorini, Cristina Mazzucco e Donato Silvestre). Massaro è stato condannato al pagamento di 6.000 euro.

Secondo il leghista, il primo cittadino sarebbe stato incompatib­ile con la carica che sta ricoprendo perché Raffaele Vitale, suo fratello nonché socio ed amministra­tore della «Società ecotecnica polesana Srl» cui fa capo il 49 per cento della «Rosolina project Srl», nel 2006 si è visto affidare un «project financing» per il completame­nto, l’ampliament­o e la gestione per 25 anni del cimitero rosolinese.

Sempre ieri in Tribunale, davanti al Collegio, partiti due processi che coinvolgon­o altrettant­e amministra­zioni comunali polesane. Nel primo imputati il sindaco di Castelgugl­ielmo Giorgio Grassia, la moglie Alda Tosini, il responsabi­le dell’area tecnica comunale Gianantoni­o Vettore e l’ingegnere Massimo Bordin, ora assessore esterno ai Lavori

Parti civili Comune di Adria contro la vigilessa ruba-bolli, nessun costituito per il primo cittadino Grassia

pubblici a Villanova del Ghebbo. I quattro si devono difendere dal reato di tentata indebita percezione di erogazioni ai danni della Regione.

La vicenda riguarda la richiesta, poi bocciata dalla Regione che ieri però non s’è costituita parte civile, di un contributo di 157.284 euro per la ricostruzi­one di una rimessa agricola in via Roma a Castelgugl­ielmo di proprietà della moglie di Grassia. Immobile che, secondo i richiedent­i, sarebbe stato danneggiat­o dal sisma del maggio 2012.

Il secondo processo vede invece imputata per peculato la vigilessa del Comune di Adria Carla Masiero che, tra il 2014 e il 2015, avrebbe prelevato delle marche da bollo — per 176 euro in tutto — senza poi metterle nei documenti previsti e vendendole ad altre persone. Il Comune di Adria in questo caso s’è costituito parte civile.

Sempre ieri l’ex presidente del Calcio Rovigo Francesco Scerra, 74enne residente a Ferrara, condannato a 3 anni e 4 mesi per la bancarotta della società di Occhiobell­o Tps-vb che produceva abbigliame­nto da lavoro di cui era vicepresid­ente. Il Collegio del Tribunale di Rovigo ha condannato a 40 mesi anche l’ex presidente Bruno Visentini e a 3 anni Marino Tucci, ex amministra­tore delegato.

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