Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Alfonso, un ritorno a casa da avversario dell’ex vice Paleari
Sei partite e ben 15 gol al passivo. Una sorta di bestia nera, il Brescia, per Enrico Alfonso. Che, l’estate scorsa, ci pensò a lungo, prima di salutare Cittadella dopo una stagione entusiasmante, conclusa con uno schianto contro il muro a Frosinone in semifinale playoff a un passo dalla gloria. E con un post rabbioso su instagram, che in qualche modo profetizzava l’addio. Il Brescia, quindi. La bestia nera contro cui ne aveva viste di cotte e di crude, contro la quale spesso (se non quasi sempre) aveva avuto la peggio. Alfonso ha deciso di cambiare rotta e di sposarne la filosofia. Firmando un nuovo contratto. E tentando la nuova avventura in una piazza che il suo procuratore, Tullio Tinti, conosce come le proprie tasche. In estate lo indirizzò senza esitazione: «Vai a Brescia, è la piazza giusta per te». E Alfonso si lasciò convincere, facendo le visite mediche in gran segreto. Solo che di solito c’è sempre qualcuno che parla, che si fa scappare una mezza confidenza. E che fece la soffiata. Alfonso al Brescia, Paleari il suo vice promosso titolare a Cittadella. Domani saranno uno contro l’altro, a circa 100 metri di distanza sul prato verde del Tombolato. L’uno a difendere la porta granata, l’altro quella delle Rondinelle. In una recente ospitata tv, il direttore generale Stefano Marchetti annuiva, quando qualcuno faceva notare che Alfonso probabilmente era più forte sotto il profilo tecnico, ma che non garantiva quella tranquillità e quella costanza che Paleari porta con sé come marchio di fabbrica. In settimana, nessuna dichiarazione o conferenza stampa prevista dal Brescia. Solo una foto, sempre su Instagram: «Gruppo e lavorare sodo». Lui che fu protagonista di una promozione indimenticabile, dalla C alla B, salì sopra la traversa della porta e intonò un coro che fece il giro del web. E che non si può riferire in questa sede. Ma che tutti ricordano perfettamente.