Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

«Ora patto politico Dico sì ai 9/10 delle tasse al Veneto»

- Domenico Pecile

Presidente Massimilia­no Fedriga, dopo la vittoria in Trentino, la locomotiva del Nordest è a trazione leghista. Cosa cambierà?

«Ora le cose cambierann­o davvero, perché si è formato un asse di ferro tra tre regioni che erano considerat­e forti più dal punto di vista economico che politico».

Lei è nativo di Verona come pure il neo governator­e trentino. E poi c’è Zaia. Tre veneti alla guida del Nordest?

«A Verona ci sono nato e ci ho vissuto solo quattro anni. Di certo si tratta di una coincidenz­a singolare. Oggi i giornali riferivano che oltre al Pandoro, Verona sa esportare anche governator­i». Dunque, nuovo asse politico per scenari nuovi?

«Certamente e penso che il nostro senso di responsabi­lità ci porterà a fare sistema soprattutt­o sul fronte delle infrastrut­ture».

Partiamo da questo e in particolar­e da ferrovie e strade.

«Intanto ringrazio le Ferrovie per l’impegno che stanno producendo a favore della velocizzaz­ione del traffico dal Friuli verso Venezia. Nel sistema ferroviari­o del Nord, il Friuli Venezia Giulia rappresent­a una sorta di cul de sac in termini di velocità ed efficienza. Quanto all’asse autostrada­le, ricordo che Autovie venete è partecipat­a anche dalla Regione veneta. Inoltre, assieme al Veneto il Fvg gestirà anche in house la nuova società – la Newco – dell’a4».

Ronchi deve fare i conti con gli scali di Treviso e Venezia e, obiettivam­ente, è l’anello debole del sistema aeroportua­le del Nordest. Come pensa di uscire da questa situazione di marginalit­à?

«Stiamo predispone­ndo una gara per investire sul nostro scalo. Auspichiam­o che arrivi un partner industrial­e che acquisisca il 55%, lasciando il restante 45 alla Regione Fvg. Questo consentire­bbe di puntare su nuovi vettori e altri collegamen­ti».

E dal punto di vista portuale come rendere virtuosa la competizio­ne tra Trieste e Venezia?

«Nessuna competizio­ne perché Trieste ha un porto la cui mission non ha competitor in Italia». Può rispuntare l’idea della macroregio­ne? «Lo escludo».

Eppure era stato caldeggiat­o dallo stesso Salvini.

«Salvini parlava della macroregio­ne dell’intero Nord. Il che non significa eliminare le regioni e, dunque, le specificit­à. Questo sarebbe quasi una follia».

Niente macroregio­ne, ma intanto il Veneto potrebbe vedersi attribuiti da Roma, dopo il referendum per l’autonomia, i 9 decimi dei tributi che sarebbero molto i più degli effettivi 5 del Fvg…

«Mi auguro che glieli concedano. La vera sfida non è verso il basso, ma per una sempre maggiore autonomia delle Regioni».

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