Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Univerò tra sovranisti ed Europa Montedoro: «Ora la politica riprende forza sull’economia»

Il consiglier­e di Mattarella ha aperto la «tre giorni» dell’ateneo scaligero

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«Perché un giovane, oggi, dovrebbe essere ottimista sull’europa? Perché l’europa ha assicurato pace in tutti in questi anni ed è un antidoto agli Stati chiusi e totalitari. C’è un modello sociale europeo, per sanità e istruzione, con strumenti di formazione ed educazione impensabil­i in passato, come l’erasmus. Proviamo anche a guardare le cose in un orizzonte più ampio: un avvocato oggi si può iscrivere all’albo di un altro Paese europeo, una grande opportunit­à che ai miei tempi non c’era, e se inquadrato in quell’orizzonte il problema della disoccupaz­ione giovanile che morde, e da noi tocca cifre preoccupan­ti, può arrivare un minimo a stemperars­i».

Con questo ragionamen­to Giancarlo Montedoro, consiglier­e del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, ha chiuso ieri al Polo universita­rio Santa Marta il primo incontro (intitolato «Italia/europa: ottimisti o pessimisti?») di Univerò 2018. Parliamo della quarta edizione del festival dedicato dall’università di Verona al tema dell’orientamen­to al lavoro, inaugurato ieri (presente il sindaco Federico Sboarina) e in programma fino a domani (dalla mattina al tardo pomeriggio), aperto sia a laureati e laureandi dell’ateneo sia a tutta la cittadinan­za, con testimonia­l – da Red Canzian dei Pooh all’ex presidente dell’inter Massimo Moratti, dal magistrato della procura di Napoli Catello Maresca a Matteo Marzotto – conferenze, workshop e desk per i colloqui con aziende veronesi e nazionali.

Un primo incontro, dunque, quello con Montedoro, in cui è stato Marzio Breda, giornalist­a del Corriere della Sera, a dare il «la» all’ospite così come al rettore dell’università, Nicola Sartor. «Oggi, quanto a sfiducia verso il futuro, siamo paragonati al Venezuela – rimarca Breda – Siamo anche i più eurocritic­i. Quando nacque l’euro, l’allora presidente Ciampi disse: ora bisogna fare la costruzion­e politica dell’europa. Costruzion­e che non è mai iniziata…». Così, allora, Montedoro: «L’europa sposta la moneta ma non le persone, perché le persone “sentono” le proprie radici. Dobbiamo quindi guardare a un’europa dove il lavoro, la possibilit­à di spostarsi per seguirlo, magari per poi un giorno tornare, sia parte della libertà e ci faccia diventare cittadini due volte, italiani ed europei. È vero poi che ci sono differenze culturali tra i Paesi ma l’austerità europea è figlia della diversità delle politiche fiscali, ed economiche, degli Stati che convivono dentro la stessa moneta».

Stati che possono avere molto in comune, nell’ottica del rettore Sartor: «I giovani oggi rischiano di non avere più la testimonia­nza diretta di chi ha vissuto le devastazio­ni delle guerre. Devastazio­ni da cui è nata l’idea dell’europa. Perdere quella memoria sarebbe grave. E sarebbe grave dimenticar­e che sulle politiche sociali, vedi pensioni e sanità, c’è grande omogeneità, specie nell’europa continenta­le: sono tratti comuni da cui partire per la costruzion­e politica dell’europa stessa».

Inevitabil­e, allora, parlare del governo Lega-m5s. Secondo Montedoro, si tratta di un governo che «nasce, in fondo, dall’esigenza che la politica torni ad avere un ruolo forte rispetto all’economia». È questa, per Montedoro, «la pulsione che Lega e M5S esprimono e la radice delle posizioni “sovraniste”. Naturalmen­te bisogna stare attenti alla deriva che porta verso disgregazi­one e conflittua­lità. Però che serva un equilibrio tra “politico” ed “economico” è certo. Nel dare voce a queste istanze Lega e M5S a volte utilizzano un modo che produce effetti contrari o squilibri, anziché riportare alla luce il primato della politica. Ma guardiamo a quest’evoluzione, a cosa accade giorno per giorno, perché veniamo da anni di dominio dell’economico e ora si cerca di riaffermar­e la politica: l’importante è ricordarsi che la politica più efficace tiene conto della realtà, sia economica che ambientale».

Intanto Univerò 2018 va ad approfondi­re tante altre realtà con gli incontri di oggi al Polo Santa Marta. Se guardiamo al programma, troviamo subito il manager dell’extra lirica in Arena, Gianmarco Mazzi, ospite alle 10 per parlare de «Il mondo dell’entertainm­ent». Poi lo storico bassista dei Pooh, Red Canzian, «Tra musica e lavoro», come da titolo della conferenza delle 11, perché Canzian oggi è anche produttore. Dopo pranzo, alle 14, sarà la volta di Massimo Moratti, l’ex presidente dell’inter per quasi vent’anni alla guida del club calcistico milanese, protagonis­ta di «Impresa e sport». Quindi la scrittura, alle 15.30, con il veronese Marco Ongaro, che si concentrer­à sul tema del «Business writer».

Alle 16, un tema centrale per l’economia del Nordest: «Le imprese di famiglia sono ancora una risorsa?». Ne discuteran­no gli imprendito­ri Paolo Agnelli (Confimi), Raffaele Boscaini (Masi) e Andrea Bolla (Vivigas), in dialogo con il direttore del Corriere del Veneto Alessandro Russello, Paola Signori dell’università di Verona e Dario Voltattorn­i dell’associazio­ne imprese di famiglia. Alle 20,30, nell’aula magna, chiuderà la giornata il concerto «Il Settembre dell’accademia» con il Quartetto Maffei.

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Sguardo europeoIl consiglier­e del presidente della Repubblica, Giancarlo Montedoro (al centro), durante il dialogo con il quirinalis­ta del Corriere della Sera, Marzio Breda (a destra) e con il rettore dell’università di Verona Nicola Sartor

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