Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Università, il dg indagato reagisce «Leggi rispettate. La mia storia è pulita»
Scuttari sotto inchiesta per il contratto alla fidata Boesso. Cub: se responsabile, vada via
Ritiene di aver agito «nel pieno rispetto della legge» e attende di conoscere le contestazioni che gli vengono mosse «con serenità». Alberto Scuttari, direttore generale dell’università di Padova, risponde così alla notizia dell’inchiesta aperta dalla procura sulla nomina di Donata Boesso come addetta alle relazioni esterne del Bo, che lo vede indagato per abuso d’ufficio. La vicenda risale al febbraio del 2017, quando Scuttari pubblicò un avviso di procedura comparativa per trovare una figura inedita, chiamata a implementare «una rete di relazioni istituzionali esterne» con ministeri, regioni, finanziatori e partner esterni per sviluppare l’attività di fund raising, lavorando a stretto contatto con lo staff del direttore generale. In pratica le stesse mansioni «diplomatiche» già ricoperte a Ca’ Foscari da Donata Boesso, fidata collaboratice di Scuttari da più di dieci anni, prima all’esu e poi nell’ateneo veneziano. Così, due giorni prima di conoscere l’esito della procedura, la Confederazione unitaria di base (Cub) aveva inviato una segnalazione al rettore Rosario Rizzuto, ipotizzando la probabile vittoria di Donata Boesso. Una volta confermata la nomina, è partito l’esposto da cui è nata l’inchiesta di cui ieri ha dato notizia il Gazzettino. «Riguardo a quanto pubblicato - ha detto Scuttari - ritengo doveroso specificare di aver agito nel pieno rispetto delle numerose norme e regolamenti alle quali è soggetto l’ateneo. Attendo con serenità di conoscere cosa mi verrebbe contestato attraverso comunicazioni formali, che non mi sono pervenute. Anche nel merito della procedura che verrebbe contestata, ribadisco che l’iter è stato pienamente rispettoso dei regolamenti d’ateneo. Sia per quanto riguarda le modalità e i tempi di pubblicazione dell’avviso di selezione, sia per le modalità di svolgimento della stessa, che è avvenuta attraverso la valutazione di una commissione della quale non ho fatto parte. Commissione che ha agito con autonomia e responsabilità». Scuttari ricorda inoltre che la vicenda riguarda «un contratto Co.co.co della durata di due anni che fa parte delle numerosissime procedure similari che bandisce ogni anno l’ateneo. Lavoro da oltre vent’anni in ruoli di direzione generale, oltre dieci in Atenei, e nonostante le migliaia di procedure selettive delle quali ho approvato gli atti, non ho mai avuto contestazioni che riguardassero il mio operato». Di tutt’altro tenore il commento di Grazia Morra, segretaria Cub: «Siamo contenti che la magistratura segua il suo corso. L’abitudine accademica di premiare le persone a prescindere dal merito è riemersa prepotentemente perché manca un vero controllo democratico e il ricorso a forme concorsuali obbligatorie fanno sembrare le prassi nepotistiche come scelte normali. A pagare sono i contribuenti, dato che l’amministrazione pubblica dovrebbe scegliere il personale migliore. Se le responsabilità verranno accertate, Scuttari farebbe meglio a fare un passo indietro».