Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Fontana spinge l’asse del Nord
Autonomia e grandi opere, c’è l’accordo: «Con Veneto, Trentino e Friuli contro il partito del no»
La battaglia per l’autonomia (aiutata dall’alleanza con Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia) e quella per le Grandi Opere perché «la parte più dinamica del Paese ha bisogno di infrastrutture se non vuole perdere il treno dello sviluppo». Il governatore della Lombardia, Attilio Fontana, si unisce a Zaia, Fedriga e Fugatti e rilancia «l’asse del Nord» a trazione leghista.
«L’elezione di Fugatti in Trentino, dopo quella di Fedriga in Friuli Venezia Giulia, la mia in Lombardia e quella di Zaia in Veneto è, per la Lega e non solo, un fatto politico importantissimo: il partito si sviluppa e si afferma nei territori economicamente più avanzati del Paese, quelli più propensi allo sviluppo, maggiormente tesi al futuro».
Presidente Attilio Fontana, cosa accomuna la sua Lombardia alle Regioni del Nordest?
«Una in particolare: tutti noi chiediamo una macchina pubblica più efficiente, di poter lavorare meglio e far valere le nostre capacità, anche assumendoci nuove responsabilità».
Una perifrasi che si può riassumere in una parola soltanto: autonomia.
«Esatto».
Ma in questa battaglia Lombardia e Veneto stanno nella stessa trincea di Trentino e Friuli Venezia Giulia? Loro l’autonomia ce l’hanno già e a voler pensare male, si potrebbe dire: tutti speciali, nessuno speciale...
«Non sono d’accordo. Penso che le Regioni speciali possano essere i nostri migliori alleati. Attenzione però, non tutte: alcune hanno dimostrato che con l’autonomia si possono fare disastri. Ma il Trentino Alto Adige e il Friuli Venezia Giulia sono la prova agli occhi dell’italia intera che l’autonomia, quando è abbinata alla buona amministrazione, è un valore aggiunto. E la nostra autonomia di certo non intaccherà la loro: ognuno la vedrà declinata sul suo territorio in base alle proprie necessità».
Non teme le resistenze del Movimento Cinque Stelle, la- mentate dal vicepremier Matteo Salvini e dal ministro per gli Affari regionali Erika Stefani?
«Non mi spavento, ci siamo abituati: l’italia è il Paese del Gattopardo e quando all’orizzonte si profila un cambiamento ci sono sempre resistenze, tentativi di frenata, perplessità. Nel caso dei Cinque Stelle, però, mi pare si tratti ormai di un’opposizione residuale, limitata ad alcuni singoli esponenti. Un fatto personale più che politico. La linea del partito, d’altronde, è già stata esplicitata in più occasione ed è sempre stata favorevole all’autonomia. Le dirò di più: qui in Lombardia i Cinque Stelle sono in prima linea su questo tema, fin dall’inizio. Se la riforma non andasse in porto temo andrebbero incontro a grosse tensioni interne».
(ieri uno dei più importanti esponenti lombardi del M5S, il sottosegretario agli Affari regionali Stefano Buffagni, ha assicurato: «Il Veneto avrà l’autonomia? Sicuramente sì, come la Lombardia e tutte le Regioni che hanno un equilibrio di bilancio»).
Torniamo all’alleanza tra i presidenti. Sul piano infra-
strutturale la sintonia politica vi aiuterà nei rapporti tra voi e in quelli con Roma? Sulla Tav Brescia-verona, ad esempio, si affastellano ipotesi di revisione.
«Sulle infrastrutture le do una risposta omnicomprensiva, che non riguarda soltanto la Tav. L’italia ha bisogno di grandi infrastrutturazioni se vuole continuare ad essere competitiva e questo vale a maggior ragione per il Nordest, l’area più dinamica del Paese. Negli anni, purtroppo, sono stati accumulati molti ritardi e non soltanto sull’alta Velocità: alcune linee regionali sono ferme all’ottocento, la Milano-mantova a binario unico è inaccettabile».
Come lei la pensano i suoi colleghi, ma il partito del No alle Grandi Opere è sempre più vivace.
«Erroneamente si pensa che i soldi spesi nei cantieri siano buttati. Non è così, sono investiti. E questo vale tanto per le infrastrutture materiali quanto per quelle immateriali, a cominciare dalla fibra ottica. Ripeto: il mondo progredisce a velocità inimmaginabile e chi si ferma è perduto. Noi abbiamo l’ambizione di continuare a crescere, vogliamo essere dinamici».
Il progetto della holding autostradale, sui cui ragionano Veneto, Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia potrebbe coinvolgervi?
«Tramite Asam-finlombarda siamo presenti in Milanoserravalle (A7) e in Pedemontana Lombarda. La partita ci interessa, certamente, e non solo sulle autostrade, anche nelle ferrovie, senza penalizzare i privati ma lavorando insieme a loro. Il pubblico ad esempio può coprire i servizi non remunerativi per il mercato».
Infine, i Giochi del 2026. Gli ispettori del Cio sono arrivati e tra Milano e Cortina è tutto rose e fiori. Sarà così anche quando si entrerà nel dettaglio del dossier, ad esempio per le sedi di gara?
«A Zaia mi lega un’amicizia di vecchia data, figuriamoci se litighiamo per i Giochi, un’opportunità straordinaria per i nostri territori. Come Expo, le Olimpiadi sono un’occasione da non perdere e non mi preoccupano certo i dettagli. Peraltro un accordo di massima è già stato trovato, con un sostanziale equilibrio sule medaglie e gran soddisfazione di tutti».