Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Eventi e più controlli, lo spaccio trasloca dai giardini dell’arena
L’accanimento delle forze dell’ordine sui Giardini dell’arena e il mese di iniziative «Vivi i Giardini» hanno avuto il risvolto terapeutico di liberare dagli spacciatori l’area verde a ridosso degli Scrovegni. La conseguenza? I pusher e i venditori di biciclette rubate si sono spostati di qualche metro. Negli ultimi giorni si sono intensificati i controlli del Norm dei carabinieri.
In 48 ore è stato sgomberato un accampamento abusivo e sono stati effettuati alcuni arresti di persone scoperte a vendere droga. In pratica le attività illecite si sono trasferite verso il Portello, sulla passeggiata Miolati che congiunge Piazzale Boschetti agli istituti universitari. Proprio ieri all’alba i carabinieri hanno ammanettato Abdel Aziz Kamara, 33enne gambiano scoperto a cedere 2,5 grammi di marijuana a un 19enne del Bangladesh. L’erba è stata sequestrata, l’uomo denunciato. Identica sorte è capitata martedì a un tunisino di 26 anni sorpreso a vendere un involucro di eroina a un italiano di 48 anni che era arrivato all’arena per acquistare la droga e ha dovuto cercarla poco distante dato che lo spacciatore di fiducia stava bivaccando a pochi passi dal fiume. Martedì poi cinque stranieri 30enni, tre senegalesi, un liberiano e un gambiano, sono stati controllati dai militari nell’area dell’ex PP1. Il gruppo aveva allestito un accampamento con ripari di fortuna, trasformando il ricovero in un immondezzaio. Tutti sono stati denunciati per invasione di terreno: per loro scatterà l’espulsione. Giovedì scorso una task force della polizia aveva consentito di identificare 64 stranieri tra via Trieste, il Portello e il lungargine del Piovego: quattro nigeriani irregolari erano stati accompagnati a Brindisi per il rimpatrio. Adesso il pericolo è che all’arena tutto torni come prima: con l’arrivo dell’inverno e la fine del mese di iniziative culturali «Vivi i Giardini», il polmone verde a ridosso della Cappella dipinta da Giotto rischia di tornare in mano ai pusher e a chi gestisce il racket delle bici rubate.